«Scuola, per non dire sempre no», di Giancarlo Sacchi
Si possono assumere le conclusioni della recente assemblea nazionale del MEIC (il movimento culturale di Azione Cattolica) che a proposito della politica scolastica di questo Governo ribadisce, tra l’altro, la contrarietà ai tagli: “spendere meno non significa spendere meglio”, e a riforme per decreto legge, schierandosi a favore di percorsi legislativi che possano coinvolgere oltre al Parlamento anche la società civile e il mondo professionale della scuola. Prima ancora di entrare nel merito dei singoli provvedimenti non si può non constatare da un lato che le risorse devono andare a sostegno di un progetto e non viceversa, come sta accadendo ora, dove tutto viene ritoccato semplicemente al ribasso, e, dall’altro, riformare la scuola come se fosse solo una questione amministrativa significa privarla di una delle condizioni oggi decisive per il suo rilancio, quella di riavere una considerazione sociale. La scuola, così come l’università e, più in generale, il sistema formativo, devono riprendere i contatti con la società; le proteste esprimono una forte aspettativa nei confronti della politica, facendo emergere disagio e incertezza per il futuro. …