Mese: Ottobre 2008

“Classi per i bambini immigrati”, di Silvio Buzzanca

«Questi qui tra poco presentano una mozione per metterli nel forno e la votano pure…». Lino Duilio, deputato del Pd, osserva sconsolato i banchi del centrodestra che hanno appena approvato una mozione della Lega che prevede di creare “classi di inserimento” per i ragazzi extracomunitari che vogliono frequentare le scuole pubbliche. Un test linguistico e di una valutazione generale dello studente che se non è reputato capace di stare al passo degli altri in una classe normale va a finire in quella che i leghisti avevano definito in un primo momento “classe ponte”. Poi c´è stata una riformulazione proposta dal Italo Bocchino e la frase «autorizzando il loro ingresso previo superamento di test» è stata sostituita dal meno impegnativo «favorendo il loro ingresso previo superamento di test». La mediazione Bocchino è servita, oltre che a cercare di rendere presentabile la mozione, a recuperare un certo dissenso nel Pdl. Infatti deputati come Mario Pepe e Nicolò Cristaldi hanno espresso il loro dissenso nei confronti della mozione. «Durante il fascismo in Somalia ci fu una cosa simile, …

“Beni culturali: lo scippo e il silenzio”, di Vittorio Emiliani

La notizia può essere letta, per chi ne dubitasse (trattandosi di una mostruosa quanto micidiale scemenza), nel sito tricolore del governo italiano: il Consiglio dei ministri, nella seduta del 3 scorso, ha approvato, come emendamento al disegno di legge sul federalismo fiscale, un articolo aggiuntivo col quale viene trasferita dallo Stato al Comune di Roma (in futuro Ente Roma Capitale) la «tutela dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali». In toto, neppure “in collaborazione col Ministero per i Beni culturali”. Lo stesso vale per «sviluppo urbano e pianificazione territoriale», con la Regione del tutto ignorata.. Ma al ministero per i Beni Culturali non sanno nulla di preciso. Di preciso sanno soltanto che le risorse disponibili da qui al 2011 crolleranno, per via dei tagli, da 625 a 73 milioni di euro. Crollo tale da far supporre che la tutela passerà nel frattempo ad altri organismi. Difatti con la cifra residuale, potranno pagare gli stipendi (a stento) e tenere aperti i musei. Ma sull’articolo aggiuntivo il ministro Bondi tace e tace la presidenza del Consiglio. Soltanto …

“Scuola: l’Emilia-Romagna si prepara al ricorso”

Scuola, l’Emilia-Romagna si prepara al ricorso contro il Governo. “Il conflitto è nei fatti” dice il presidente dell’Emilia-Romagna Vasco Errani. E, commentando il provvedimento del ministro Gelmini che minaccia la chiusura dei plessi scolastici con meno di 50 alunni, aggiunge: “Non è una riforma. E’ un atto grave da parte del Governo che interviene direttamente sulle competenze delle Regioni e degli Enti locali, e a cui le Regioni risponderanno con determinazione”. Sotto accusa sono l’articolo 64 della legge 133 (approvata in agosto) e l’articolo 3 del decreto legge 154 (di ottobre): il primo detta i criteri di dimensionamento degli istituti scolastici mentre il secondo prevede il commissariamento delle Regioni inadempienti.    “Il conflitto è nei fatti e il responsabile unico ed esclusivo è il Governo – continua il presidente Errani – Sono anni che lavoriamo per superare una fase di conflitti istituzionali, che non giovano certo all’Italia. Mi auguro che il Governo ne prenda atto e decida di sedersi a un tavolo istituzionale”. “Non si può intervenire in queste questioni con superficialità e arroganza, stiamo …

“Università, cortei e occupazioni”, di Alessandra Arachi e Annachiara Sacchi

Alle 11, davanti all’università Statale di Milano, gli studenti «contestatori» sono un centinaio. Raggiungono i piani alti dell’ateneo. Per un’ora occupano l’ufficio del rettore, Enrico Decleva. Gli chiedono (senza riuscirci) di firmare contro «la scure della coppia Tremonti-Gelmini», pena lo stop alle lezioni. Anche Roma protesta: «Blocco dell’anno accademico», annunciano i collettivi della Sapienza occupando la presidenza di Scienze. E così fanno Torino, Napoli, Palermo. No ai tagli all’università. Ma anche il mondo della scuola torna (di nuovo) a farsi sentire. Con una valanga di email che da qualche giorno sta intasando il sito del presidente della Repubblica: «No al maestro unico». Una giornata per contestare il crollo dei finanziamenti destinati ad atenei e accademie, la riduzione delle borse di studio, la «precarizzazione» del corpo docente. No alla legge 133/2008. Lo gridano gli studenti, lo ripetono ricercatori, dottorandi, assegnisti, professori. Di tutta Italia. Tanto da azzardare un paragone: il 2008 come il ’68? Presto per dirlo. Ma le premesse, giurano in molti, ci sono tutte. Le proteste: blocco della didattica a Firenze e Napoli, stop …

“L’integrazione in Italia: il ruolo delle immigrate”, di M. Antonietta Calabrò

L’80% di chi ha un lavoro regolare nel nostro Paese  non si sente discriminata. È la donna il vero motore dell’integrazione, il punto di forza su cui fare leva per il successo di politiche che superino disagi, difficoltà, paure e rischio di reazioni razziste. Le donne immigrate sono infatti il principale «agente» di inserimento dei loro gruppi etnici nel nostro Paese, «poiché svolgono una funzione di confronto e di stimolo sia nei confronti della propria comunità che della nostra, quella ospitante». Il fenomeno riguarda indistintamente tutte le nazionalità, sia quelle che provengono dal Mediterraneo meridionale sia quelle che provengono dal Mediterraneo orientale e qualunque sia la religione professata (mussulmana, cattolica o altra confessione cristiana, come quella ortodossa). Insomma, la differenza di genere (maschio/femmina) — ossia la distinzione tra le posizioni di uomini e di donne rispetto agli stessi problemi — sembra una variabile così importante ai fini della riuscita dell’integrazione, da superare tutte le altre. È questo il risultato sorprendente di una ricerca commissionata (e questa è un’altra sorpresa) dalla Fondazione «Farefuturo », una fondazione …

“Silvio, Cesare e il Nuovo Impero”, di Marco Panara

Non c’erano riusciti la Democrazia Cristiana dei tempi d’oro e neanche Bettino Craxi al suo massimo fulgore. Ma allora dall’altra parte c’era Enrico Cuccia a presidiare il fortino. Oggi dall’altra parte c’è Cesare Geronzi, e Silvio Berlusconi non è solo un politico potentissimo ma anche un ricco imprenditore. E’ accaduto, l’algida Mediobanca ha un colore, che somiglia molto all’azzurro berlusconiano. Non prenderà ordini, questo a quei livelli non succede, ma interpreterà le strategie, accompagnerà le operazioni e, quel che più conta, condividerà i nemici. Ci ha messo 14 anni, ma alla fine, complice anche una crisi finanziaria senza precedenti, il presidente del consiglio, già al centro del sistema politico, si è messo al centro anche della ragnatela del potere economico. E se Mediobanca è la conquista più grossa, non è certo la sola. Le crisi economiche indeboliscono i governi, perché perdono il consenso della popolazione, quelle finanziarie invece li rafforzano, perché banchieri e grandi imprenditori hanno bisogno dei soldi dello stato, della protezione dello stato, e a decidere se darli, come darli e a chi …

“Ma io in piazza ci andrò. Stop solo per una catastrofe”

Intervista al senatore Pietro Ichino a cura di Francesco Bei pubblicata su la Repubblica il 13 ottobre 2008 In piazza sì o no? A dieci giorni dalla manifestazione, del Pd, nel partito si registrano voci di dissenso non marginali, alcuni ritengono sbagliato scendere in piazza contro il governo in un momento di crisi così grave. Ma il senatore Pietro Ichino, all’inizio della legislatura icona di un possibile dialogo bipartisan (poi svanito), ritiene giusto esserci: “Il problema non è “manifestazione sì” o “manifestazione no”, ma se le idee buone e chiare ci sono.   Sta dicendo che non ci sono? In alcuni campi ci sono: occorre solo comunicarle in modo più incisivo. In altri vedo dei ritardi di elaborazione programmatica. Per esempio in quello delle politiche del lavoro, dove proprio la preparazione della manifestazione ha determinato un ritardo, invece che un’accelerazione.   Insomma, lei è favorevole o no a questa manifestazione? Una manifestazione come questa è un momento di partecipazione, in cui tutti i cittadini possono far sentire direttamente la propria voce, far vedere lo stile del loro …