“L’onda invade Roma. Genitori e figli in nome della scuola”, di Concita De Gregorio
La guerra delle cifre, una guerra oziosa e inutile. La capitale ieri era tutta pacificamente occupata da chi ha deciso di alzare la voce per difendere la scuola pubblica. Milioni di persone in tutto il Paese. L’Onda è liquida, naturalmente. Bisognava aspettarselo. Ma quale corteo, ma quale percorso. L’Onda non è mica un treno sui binari, non è una classe in fila per due. L’Onda quando viaggia non segue la voce metallica del TomTom che ti dice «fra duecento metri svolta a destra», nevrosi collettiva di chi disattiva il cervello e accende l’automa. L’Onda pensa eccome: «cogito ergo sum» c’è scritto sui suoi striscioni, pensa in latino. Trabocca e tracima e invade dei suoi rivoli i vicoli di Napoli, le calli di Venezia, i viali di Torino, le piazze di Roma, tutte. L’Onda è come il mare quando si gonfia, senti da lontano il rumore non lo vedi arrivare poi all’improvviso eccolo, è dietro, è intorno, è davanti. I vigili urbani ridevano appoggiati agli angoli dei palazzi nobiliari, ieri mattina nel centro della Capitale: «No, …