ROMA – Il corteo romano contro la legge Gelmini ha avuto un epilogo movimentato quando alcune migliaia di universitari della Statale, invece di riunirsi al serpentone principale, si è diretto verso la sede del ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere. Lì è stato organizzato un presidio, cui si sono uniti studenti delle scuole superiori e di altri atenei, e c’è stato un lancio di uova e fumogeni contro i poliziotti schierati. La Questura ha fatto sapere che tra i manifestanti si erano infiltrati degli anarchici e sarebbero loro gli autori dell’attacco agli agenti. Questi non hanno reagito e, subito dopo, altri studenti hanno creato un cordone di sicurezza per evitare ulteriori tensioni. «Gelmini arrenditi, sei circondata» gridano i manifestanti. Slogan anche contro Berlusconi e il governo. «Siamo l’onda che vi travolge» si legge nello striscione degli universitari che scandiscono lo slogan «siamo tutti antifascisti». Gli studenti hanno poi srotolato un nastro bianco e rosso di fronte all’ingresso principale del ministero per chiudere simbolicamente il dicastero. Poi il corteo ha ripreso a muoversi in direzione della stazione Trastevere.
«SIAMO UN MILIONE» – Dopo la conversione in legge del decreto Gelmini e le proteste spontanee degli studenti in molte città d’Italia, è stato il giorno dello sciopero nazionale indetto dai sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil), Snals e Gilda. Roma ha ospitato la grande manifestazione partita da piazza della Repubblica con studenti, insegnanti, famiglie. Secondo gli organizzatori i manifestanti erano un milione. Cortei e proteste anche in molte altre città italiane. Intanto sono tornati liberi senza obbligo di firma, dopo la convalida degli arresti, i due giovani fermati mercoledì per gli scontri in piazza Navona. Yassir Goretz, 33 anni, di Rifondazione, e Michele Bauml, 19 anni, di Blocco Studentesco, sono stato giudicati per direttissima. Il primo è imputato di lesioni, per aver colpito un’agente mentre si divincolava e resistenza. Bauml soltanto di resistenza. Il processo per entrambi è fissato al 17 novembre.
VELTRONI IN TESTA – In testa al corteo, partito intorno alle 9.30 da piazza della Repubblica, Walter Veltroni e Guglielmo Epifani. «Il governo ascolti la società e non trasformi questo movimento in un fatto politico» ha detto il leader del Pd. «A Roma centinaia di migliaia di persone, professori, studenti, genitori, personale non docente, hanno dato vita a una straordinaria manifestazione di popolo – ha sottolineato -. Il governo deve ascoltare questa protesta, non può restare sordo alla voce di chi nella scuola vive ogni giorno». Silvio Berlusconi non ha tardato a replicare parlando di «sinistra scandalosa» in merito alla manifestazione odierna: «Vedo una sinistra scandalosa che ha la capacità di rovesciare il vero e dire il contrario della verità».
EPIFANI E BONANNI – Epifani ha tenuto il comizio finale in piazza del Popolo. Prima degli interventi il pubblico ha riservato una raffica di fischi e boato assordante ai ministri Gelmini e Brunetta. Il segretario della Cgil ha parlato di «un’intero paese che insorge». «State segnando una giornata memorabile, non solo per la scuola ma per la nostra democrazia, per il futuro del paese, per i nostri giovani – ha detto Epifani nel suo intervento -. La forza di questa piazza è la forza della democrazia ed è uno scudo per i nostri giovani. Qui c’è la maggioranza del paese che non si rassegna, che non abbassa la schiena, che non si fermerà». Epifani ha quindi rimproverato al governo di aver mascherato con una finta riforma una mera esigenza di cassa. Anche per Bonanni, anche lui intervenuto sul palco di piazza del Popolo, i tagli al sistema scolastico sono solo un modo «per mascherare la controriforma in atto». Bonanni ha chiesto al governo di «riaprire un confronto con i sindacati, gli enti locali e le famiglie, perché la scuola non può essere diretta come una azienda». Anche Di Pietro era presente alla manifestazione. Per il Pd hanno sfilato anche Anna Finocchiaro e Mariapia Garavaglia.
CORTEO DIVISO IN TRE – In apertura del corteo lo striscione «Uniti per la scuola di tutti». E poi tante bandiere e palloncini colorati. Studenti, insegnanti e dirigenti scolastici sono arrivati da tutta Italia con centinaia di pullman e treni speciali, nonostante il brutto tempo e la pioggia. Tanti anche gli scolari delle elementari e medie. Gli organizzatori hanno spiegato che il corteo si è diviso in tre parti «per ragioni di spazio», a causa dell’enorme afflusso di persone: il primo, quello dei sindacati, arrivato primo in piazza del Popolo, il secondo degli universitari che ha raggiunto la sede del ministero dell’Istruzione e un terzo alla Magliana, dato che non ha potuto arrivare in centro. Alta l’adesione allo sciopero secondo i sindacati, con il 90% delle scuole pubbliche italiane chiuse. Secondo il ministero dell’Istruzione (dati parziali rilevati alle 14.30) la partecipazione è stata del 57,1%: su 452.105 dipendenti 258.152 hanno incrociato le braccia. La manifestazione si è conclusa in piazza del Popolo con i comizi finali e le note dell’inno di Mameli.
PROBLEMI AL TRAFFICO – Il corteo ha attraversato via Emanuele Orlando, largo di Santa Susanna, piazza Barberini, via Sistina, Trinità dei Monti. Complice la violenta pioggia e i limiti alla circolazione, il traffico a Roma è stato particolarmente intenso con veri e propri ingorghi a ridosso del centro. Disagi anche per il trasporto pubblico con la deviazione di 27 linee bus e la chiusura della fermata di piazza di Spagna. Dalle 10 è stata chiusa anche la stazione Repubblica della metropolitana, poi riaperta alle 14.45. Più di venti pullman provenienti da Siena sono rimasti fermi sul raccordo anulare e hanno deciso di inscenare una protesta sul luogo, vista l’impossibilità di arrivare in piazza del Popolo.
MILANO, A MIGLIAIA IN CENTRO – Decine di migliaia di persone, tra alunni delle elementari, studenti liceali e universitari, insegnanti, genitori e precari hanno sfilato per il centro di Milano e si sono date appuntamento in piazza Duomo nella giornata di sciopero generale della scuola indetto dai sindacati di categoria (guarda le foto). Secondo i responsabili di «Rete scuole», tra gli organizzatori, i manifestanti erano 200mila; nessuna stima viene invece dalla Questura. Alcuni spezzoni del corteo non si sono fermati in piazza Duomo e si sono diretti con un corteo non autorizzato in piazza Affari, dove circa duemila studenti si sono seduti attorno ai furgoni e hanno improvvisato un’assemblea di fronte alla Borsa.
PROTESTE IN TUTTA ITALIA – Manifestazioni e cortei anche in molte altre città italiane. Gli universitari dell’Udu sono scesi in piazza per «rivendicare un sistema formativo pubblico e sul quale non si possono operare tagli così vistosi». Oltre a Milano e Roma gli studenti medi e universitari sono stati al fianco dei lavoratori in sciopero anche ad Ancona, Cagliari, Catania, L’Aquila, Lecce, Palermo, Pavia e Torino. A Torino è partito da Palazzo Nuovo il corteo degli studenti universitari delle facoltà umanistiche, cui si sono uniti gli studenti delle scuole medie superiori, universitari di altre facoltà e i precari della ricerca. A Genova migliaia di studenti in corteo, presente anche il presidente della Regione Claudio Burlando. La protesta degli universitari e delle scuole superiori si è unita con quella delle scuole elementari e dei Cobas. I manifestanti hanno poi occupato i binari della stazione ferroviaria di Piazza Principe. A Bologna diverse migliaia di studenti medi e universitari si sono concentrati in piazza Nettuno e in piazza Maggiore. A Brescia i manifestanti hanno occupato la stazione ferroviaria. Stessa cosa a Firenze, dove un centinaio di manifestanti, tra studenti e aderenti ai centri sociali, ha occupato per circa mezz’ora alcuni binari a Campo di Marte, con alcuni momenti di tensione.
ALTRE CITTÀ – In Sicilia si calcola un’adesione molto elevata allo sciopero da parte degli insegnanti. Secondo la Flc Cgil molti istituti sono rimasti chiusi a Palermo e provincia. A Palermo due i cortei: uno di docenti, personale scolastico e genitori e l’altro di studenti delle superiori e dell’università. Cortei anche a Messina, Reggio Calabria e Cagliari. Ancora manifestazioni a Napoli: tre istituti superiori hanno sfilato a Portici, uno a Ischia, mille studenti ad Arzano. A Bari hanno manifestato circa 2mila studenti.
corriere.it, 30 ottobre 2008
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