partito democratico

La forza per cambiare, di Walter Veltroni

Ci siamo. Oggi a Roma, nell’area enorme del Circo Massimo e prima nelle strade della città, sfileremo. In piazza ci sarà il popolo del Pd. In queste settimane qualcuno si è chiesto se la manifestazione fosse utile. Sono convinto di sì, utile e indispensabile non solo al Partito democratico ma alla stessa democrazia italiana e al paese intero. Non abbiamo chiamato a una protesta senza proposte.
Non è questa la nostra cifra, non è questo che il popolo del Pd vuole. E allora, protesta e opposizione insieme a proposte concrete.

A pochi mesi dalla nascita del governo Berlusconi il bilancio è drammaticamente negativo, per il contenuto dei provvedimenti, per il rapporto che il governo ha stabilito col parlamento e con l’opposizione.

Nel merito, i problemi sono sotto gli occhi di tutti: nessun segnale di risposta alla domanda di crescita del paese, operazioni punitive verso i settori sui quali è necessario investire, come la scuola o la sicurezza, sui quali invece si operano tagli pesanti e indiscriminati.

La pesante crisi finanziaria, che non accenna ancora a spegnersi malgrado gli interventi decisi in Europa come negli Stati Uniti, si innesta nel nostro paese su una situazione strutturale di difficoltà.

Consumi interni che si contraggono, salari e stipendi e pensioni che hanno perduto in questi anni una parte consistente del loro peso, una crescita pesantemente indietro rispetto agli altri paesi europei.
Le due crisi si sovrappongono e si sommano, per questo mentre abbiamo annunciato il nostro appoggio alle misure di contenimento della crisi finanziaria lo abbiamo condizionato a un intervento di sostegno alle piccole e medie imprese che faticano ad accedere al credito e che anzi rischiano di essere strangolate dalle richieste del sistema bancario.

Non siamo noi a dirlo, basta guardare le pagine del Sole 24 ore per vedere come l’artigianato, le piccole e piccolissime imprese, la spina dorsale del nostro apparato produttivo chiedano un intervento serio. La stessa cosa bisogna dire delle famiglie, dei redditi più bassi che ormai non sono solo una fascia marginale della società ma stanno toccando pesantemente anche i ceti medi. Non è un caso che i dati sulla povertà rivelino una crescita abnorme, specie nella fascia di chi rischia di cadere oltre il crinale della miseria.

Ma noi crediamo – e la manifestazione di oggi ne vuole essere una prova – che esistano le risorse umane e materiali per cambiare le cose, pensiamo, per dirla in uno slogan, che un’altra Italia è possibile.

I due grandi cortei saranno aperti dalle frasi di due grandi personaggi che hanno accompagnato la nascita del Pd e che non ci sono più: Leopoldo Elia e Vittorio Foa.
Non sono frasi retoriche, anzi. Se una cosa accomunava questi due intellettuali e politici dalla biografia politica così diversa era proprio un forte senso di antiretorica. La prima è una dichiarazione esplicita di difesa delle libertà. La seconda è invece una “chiamata” a guardare al mondo senza egoismo e con lo sguardo sempre rivolto al futuro.

La folla di cittadini, l’enorme – ne siamo convinti – partecipazione alla manifestazione di oggi a Roma vuole avere proprio questo segno: impegno, generosità, una capacità di costruire in avanti e per le generazioni che ci seguiranno, una difesa senza sconti dei diritti e delle libertà.

Qualcuno tra i nostri critici ha scritto che la manifestazione di oggi ha troppi obiettivi che si elidono l’uno con l’altro. Io sono convinto del contrario, abbiamo invece tutti in testa un’idea di un paese migliore.
Un paese che probabilmente nella realtà quotidiana di ciascuno di noi è più vicino di quanto si immagini.

Quest’Italia migliore possibile non è un’utopia. Può essere una realtà.

Europa, 25 Ottobre 2008

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