Non si è fatta attendere la risposta del premier Berlusconi alla richiesta di Veltroni di ritirare il decreto Gelmini. Berlusconi ha subito convocato una conferenza stampa con il ministro Gelmini per spiegare i veri numeri della sua riforma e le bugie dell’opposizione. Evidentemente impacciato e poco preparato, Berlusconi ha ricorso più di una volta alla lettura delle pagine preparate per l’occasione, con la Gelmini nella sua nuova funzione di “gobbo”. E finalmente ha concluso con l’immancabile colpo di teatro: “Non permetterò – ha dichiarato – l’occupazione delle università. L’occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell’applicazione della libertà, non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono studiare”.
E alla gravità delle parole ha aggiunto in maniera beffarda: “Avete 4-5 anni per fare il callo su queste cose. Io non retrocederò di un millimetro”. Un ulteriore testimonianza di come Berlusconi intenda la politica e il dialogo per l’interesse dell’Italia: una questione di calli.
“Le parole del presidente del Consiglio – ha dichiarato Walter Veltroni – sono molto gravi e possono avere delle conseguenze. L’impressione è che voglia soffiare sul fuoco, cosa che un presidente del consiglio non deve fare”. Sono parole che “radicalizzano una situazione sociale e il presidente del consiglio si assume la responsabilità di trasformare un problema sociale in un problema di ordine pubblico”.
Per Veltroni “la democrazia è ascolto e poi, ovviamente, decisione ma rispettando le opinioni. Ci sono decine di migliaia di precari il cui posto è in discussione, altro che chiacchiere. La mia proposta è come sempre responsabile: si ritiri il decreto, si apra un tavolo e ci si dia un tempo per poi decidere”.
E invece “il Governo procede in Parlamento a colpi di fiducia, stigmatizza le manifestazioni dell’opposizione e, adesso, annuncia l’uso della Polizia contro gli studenti che protestano: è giunto il momento di capire se ancora possibile dissentire in questo Paese. E se la risposta è no, allora i problemi cominceranno a diventare molto seri”.
Quindi Veltroni sì è rivolto agli studenti: “mi auguro che chi protesta, studenti e famiglie, abbia il senso di responsabilità di ignorare le parole del presidente del Consiglio e continuare la propria protesta in forma pacifica”. “Ora mi attendo – ha concluso il leader del PD – che Berlusconi smentisca ancora una volta. Altro che “abituatevi, io vado avanti”, qui siamo abituati a smentite e arretramenti di chilometri in un quarto d’ora”.
Nel frattempo continuano le agitazioni nelle scuole e negli atenei italiani. Ieri cortei e scontri a Milano; l’occupazione studentesca di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino, dove le lezioni proseguono all’aperto “per dare visibilità alla protesta”. Occupazioni anche nei licei romani Nomentano, Azzarita e Genovesi. Anche per oggi sono previsti nuovi cortei nei quartieri della capitale.
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