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“Ma io in piazza ci andrò. Stop solo per una catastrofe”

Intervista al senatore Pietro Ichino a cura di Francesco Bei pubblicata su la Repubblica il 13 ottobre 2008

In piazza sì o no? A dieci giorni dalla manifestazione, del Pd, nel partito si registrano voci di dissenso non marginali, alcuni ritengono sbagliato scendere in piazza contro il governo in un momento di crisi così grave. Ma il senatore Pietro Ichino, all’inizio della legislatura icona di un possibile dialogo bipartisan (poi svanito), ritiene giusto esserci: “Il problema non è “manifestazione sì” o “manifestazione no”, ma se le idee buone e chiare ci sono.

 

Sta dicendo che non ci sono?

In alcuni campi ci sono: occorre solo comunicarle in modo più incisivo. In altri vedo dei ritardi di elaborazione programmatica. Per esempio in quello delle politiche del lavoro, dove proprio la preparazione della manifestazione ha determinato un ritardo, invece che un’accelerazione.

 

Insomma, lei è favorevole o no a questa manifestazione?

Una manifestazione come questa è un momento di partecipazione, in cui tutti i cittadini possono far sentire direttamente la propria voce, far vedere lo stile del loro far politica. Annullarla significherebbe una perdita, su questo piano: una grande delusione per centinaia di migliaia di militanti che nelle scorse settimane hanno “prenotato” la propria presenza a Roma il 25. Certo che, se la crisi economico-finanziaria dovesse aggravarsi ulteriormente…

 

Se si aggravasse, che cosa si dovrebbe fare?

Se dovesse crearsi una sproporzione fra i temi dell’iniziativa, pur importanti, e la preoccupazione lancinante dell’opinione pubblica per il rischio di catastrofe planetaria, allora mi parrebbe ragionevole rinviare.

 

Il centrodestra reagisce all’apertura del Pd sul decreto Tremonti con freddezza (vedi Cicchitto e Gasparri) e lo stesso Berlusconi due giorni fa vi ha chiuso la porta in faccia: non dialogo con chi va in piazza…

Non capisco davvero come si possa considerare scorretto o incivile l’andare pacificamente in piazza. Ma quando mai? Scorretto, semmai, e molto dannoso per il Paese, è un Presidente del Consiglio che risponde “me ne frego” al maggior partito di opposizione che offre la propria disponibilità per un impegno bi-partisan contro la crisi economica.

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