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La scure di Gelmini sui più piccoli. Elementari, bocciati con un cinque, di Maristella Iervasi

Ripristinata la bocciatura alle scuole elementari. Basterà una sola insufficienza e i bambini della primaria ma anche i ragazzini delle medie verranno bocciati. Con un 5 e mezzo in Geografia o disegno alle elementari – tanto per fare un esempio – e lo stesso voto per i più grandicelli in Applicazione tecnica o in Musica, gli studenti rischiano di ripetere l’anno e persino di non essere ammessi all’esame di licenza scolastica.

Ecco la scuola del «rigore» del ministro Mariastella Gelmini. La norma, in vigore da subito, è nascosta tra le righe del decreto n.137 del 1° settembre scorso che il Parlamento si appresta a convertire in legge. Quello – per capirci – che ha introdotto il voto in condotta, le pagelle in numeri e che prevede il ritorno del maestro unico. «Basta un solo voto al di sotto dei 6/10 in un’unica materia o gruppo di discipline per pregiudicare la carriera scolastica di un alunno – denuncia Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in Commissione Cultura alla Camera».

«Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università». Dopo Cittadinanza e Costituzione e la valutazione del comportamento degli studenti, ecco l’articolo 3: «Valutazione del rendimento scolastico degli studenti». Il titolo è generico e i primi due commi specificano che si parla della valutazione «periodica e annuale» dall’anno scolastico 2008/2009 nella scuola primaria e secondaria di I° grado, cioè le medie. Mentre il terzo comma sancisce: «Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all’esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline».

Una rivoluzione senza precedenti, visto che finora alle elementari la bocciatura è un caso raro e laddove è ritenuta necessaria è sempre concordata tra genitori e insegnanti. Ed è una norma fortemente discriminatoria anche per i ragazzi delle medie e le loro famiglie, visto che per gli studenti delle superiori è consentito di mettersi in pari con il proprio debito o le difficoltà scolastiche con i programmi di recupero introdotti dall’ex ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni e confermati dalla Gelmini.

Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: «È assurdo che per una sola materia si bocci un bambino. Il 137 prevede proprio questo. Dietro queste norme si nasconde un vuoto assoluto di idee su come rendere innovativo il sistema di istruzione nel nostro paese e nello stesso tempo si dà un corpo mortale alla scuola pubblica partendo da quella che funziona meglio: l’elementare. Bocciare un bambino, attraverso il meccanismo del voto – conclude Pantaleo – significa riconoscere l’incapacità della scuola, la sua funzione educativa e di apprendimento».

Il Pd in Commissione Cultura, solo per il comma 3 sulla valutazione del rendimento scolastico, ha presentato 5 emendamenti (Ghizzoni, Caterina Pess, Rosa Bruna De Pasquale e Letizia De Torre). Ne ha discusso a lungo con la relatrice Valentina Aprea e anche alla presenza del ministro. Mentre anche la Lega con la deputata Paola Goisis, si è accorta della pericolosità della norma e ha chiesto «che venga meglio chiariata». Ma il testo, alla fine è stato licenziato con il ripristino della bocciatura per le elementari. Senza alcuna modifica. Solo un impegno della Lega a modificarla in aula. Sconcertanti le parole messe verbale e riportate sul sito della Camera nel corso della discussione di martedì scorso in VII Commissione Cultura. Valentina Aprea, presidente e relatore: «Il comma 3 dell’articolo 3 è una norma chiara, volta a responsabilizzare i docenti della scuola secondaria di primo grado». Il ministro Maristella Gelmini: «Gli insegnanti avranno buon senso nell’applicare la norma in questione».

Lunedì a Montecitorio l’aula comincerà l’esame del decreto. «E chissà se in quella sede la maggioranza capirà che le leggi si scrivano affinchè vengano applicate e non per confidare nel buon senso dei cittadini», è il commento di Manuela Ghizzoni. Il Piddì annuncia battaglia. Il governo e il centrodestra hanno invece fretta di convertire in decreto in legge ordinaria, perchè altrimenti entro il mese di ottobre decadrebbe.
Ma un’altra «grana» è in agguato: l’art.4 che prevede il ritorno del maestro unico, manca di copertura finaziaria. L’ha certificato la commissione bilancio, che ne ha chiesto la riformulazione per precisarne gli oneri e la data di applicazione.

Intanto, con lo slogan «salva la scuola» parte la tre giorni di mobilitazione del Pd contro il decreto Gelmini. Stamattina l’ex ministro Giuseppe Fioroni sarà a Milano davanti davanti alla scuola «Casa del Sole» e poi al convegno «Salva l’Italia cambia la scuola all’Auditorium Teatro San Carlo. Domani Dario Franceschini, vice segretario Pd, sarà a Perugia. Mentre lunedì, a Roma, alle 17, Walter Veltroni incontrerà il mondo della scuola al teatro Capranica.

L’Unità, 26 Settembre 2008

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