“Università, professori senza cattedra”, di Gianni Trovati
«Il candidato presenta una preparazione scientifica di elevata qualità e con un buon livello di originalità», spiega lo stile burocratico delle valutazioni nei concorsi universitari. «Ma la cattedra può scordarsela» aggiunge, con il linguaggio più brutale dei numeri, la realtà dell’università italiana. Che all’appuntamento con il blocco del turn-over introdotto dalla manovra d’estate arriva obesa di vincitori di concorsi, in cerca di un posto che l’accademia non può offrire. I numeri, appunto, non ammettono repliche, e spiegano che l’anno prossimo le università potranno sostituire solo il 20% del personale che va in pensione. In pratica, vista la massa di concorsi effettuati dagli atenei nel 2007 e nella prima sessione del 2008, solo 8 posti ogni 100 si tradurranno in una cattedra reale: senza contare il sistema della doppia idoneità, cioè la possibilità di creare due vincitori per ogni posto da professore bandito, che se seguita diffusamente (com’è accaduto fino ad ora) abbasserà le già risicate chanche di tradurre in carriera la vittoria già ottenuta sul campo. «In queste condizioni – conferma Enrico Decleva, presidente della …