La denuncia del rettore di Padova. Garavaglia: il governo mina la qualità degli atenei
Con la nuova finanziaria, il sistema universitario si trova davanti ad una situazione insostenibile. I nuovi tagli alle risorse dei bilanci degli atenei discriminano tutti indistintamente senza alcuna valutazione di merito della gestione in corso. Il PD lo ripete da settimane ed è la stessa posizione di Vincenzo Milanesi, magnifico rettore dell’Università degli studi di Padova nel documento approvato all’unanimità dal Senato Accademico il 15 settembre scorso e inviato al personale e agli studenti di tutte le Facoltà.
Il giudizio espresso è un chiaro segnale da parte del mondo accademico che si trova a fare i conti con una politica che sacrifica il Sapere preferendo “fare cassa”. Il documento di programmazione economica del governo Berlusconi ha previsto una riduzione di 63,5 milioni al Fondo Ordinario per le Università (FFO) nel 2009 e di oltre 400 milioni dal 2010 al 2013. Per Vincenzo Milanesi si “ripropone ancora una volta, e in forme più brutali che in passato, una ricetta gravemente sbagliata, che non discrimina nei tagli tra gli Atenei che hanno un rapporto virtuoso tra spese fisse e FFO ed Atenei che hanno invece mostrato nei fatti una cattiva gestione dei bilanci universitari”.
Con la trasformazione in fondazioni delle Università, risulta inutile e controproducente pensare che il finanziamento degli atenei possa essere stanziato dai privati, sovvenzioni sostitutive e non aggiuntive rispetto al finanziamento pubblico. A questo si aggiunga il turnover riguardante sia il personale docente, sia quello tecnico amministrativo che aumento il taglio del Fondo Ordinario
La penalizzazione delle università avrà sicuramente una evidente ripercussione a livello nazionale dove si metterà in discussione la sopravvivenza stessa degli istituti e a livello internazionale con un forte calo della competitività.
Ma Milanesi non si ferma solo a contestare la sciagurata politica del governo ma guarda avanti con proposte concrete di riforma. “Ben altra avrebbe dovuto essere la politica da scegliere: quella, da anni richiesta, di avviare un processo di riqualificazione della spesa, definendo regole più efficaci e stringenti per indurre ad una maggiore serietà di comportamenti nella gestione, e ridistribuendo le risorse destinate al sistema universitario tra gli Atenei, secondo il merito e la qualità”
“Inaugurando – si legge nel documento del Senato Accademico – la legislatura con una politica di tagli indiscriminati e del tutto svincolati da una responsabile valutazione di ogni singolo Ateneo, invece che di investimenti adeguati e mirati. in ambito di formazione e ricerca, si rischia di stravolgere nel profondo i connotati dell’istituzione universitaria italiana, ledendo ancora una volta il principio costituzionalmente sancito dell’autonomia delle Università”.
Per Maria Pia Garavaglia, ministro ombra dell’Istruzione del PD, “il governo ha dimostrato già da luglio di essere sordo all’allarme che veniva lanciato dalla Conferenza dei Rettori. Ora all’inizio del nuovo anno accademico, sono ancora i responsabili delle università a denunciare una situazione inaccettabile. E non si tratta di un giudizio politico ma della drammatica constatazione che i tagli al FFO e il turnover portano all’impoverimento delle funzioni degli atenei e dalle speranze per le giovani leve di professori e ricercatori. Inoltre la trasformazione di alcune università in fondazioni mina la qualità e impedisce la loro concorrenzialità in Europa”.
A.Dra
2 Commenti