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“Finalmente la Gelmini presenta il piano per la scuola. Anzi no”

Il ministro Gelmini oggi pomeriggio ha presentato ai sindacati il piano programmattico attuattivo della manovra d’estate e alcune riflessioni mi sono uscite così, di getto…

«Non avevo dubbi che il piano Gelmini fosse caratterizzato dal segno meno, dato l’obbligo di ottemperare ai tagli imposti dalla manovra estiva che ammontano a poco meno di 8 miliardi di euro. Tradotta nel piano quella cifra significa meno docenti e meno personale ATA, meno ore di tempo trascorse a scuola, meno insegnamenti in ogni scuola di ordine e grado. Suona quasi beffardo il riferimento alla “conferma dei livelli occupazionali del personale a tempo indeterminato”: insomma, per il Governo non tema il personale di ruolo – ci mancherebbe solo rimettere in discussione persino questo – mentre le migliaia di precari che ogni giorno fanno funzionare la scuola e ai quali affidiamo l’istruzione e la tutela dei nostri figli si arrangino. Questa è l’Italia del Popolo delle Libertà.
Il piano, presentato in queste ore ai sindacati, è contrario alle indicazioni dell’Ocse, cioè “mantenere o incrementare gli attuali livelli di spesa per l’istruzione e migliorarne l’efficacia”. Efficacia che non si ottiene certo investendo una parte residuale dei tagli (il 30%). I dati Ocse sull’istruzione indicano che l’Italia spende in media come gli altri Paesi, ma investe meno nei segmenti di istruzione proprio dove si registrano le maggiori criticità, cioè la scuola secondaria e l’Universitaria. E il Governo che fa? Riduce le ore di lezione delle scuole superiori, perché il “Governo del fare” non ammette che si perda tempo sui banchi e sulle cattedre. Alla faccia della società della conoscenza.
Mi aspetto che il testo arrivi prestissimo all’attenzione della VII Commissione Cultura, per poterlo discutere nel merito e in ogni sua singola parte, al di là delle roboanti rassicurazioni del ministro: “Più efficienza, stesso servizio, più investimenti uguale qualità”. Se la situazione non fosse così grave verrebbe voglia di ricordare l’inefficiente Luisa, quella che “inizia presto, finisce presto, e di solito non pulisce il water”. Ma qui di ridere nessuno ha voglia, soprattutto i precari, gli alunni e le famiglie di fronte alla scuola che verrà, più povera, più piccola, inadeguata ad affrontare il futuro.»

Mentre caricavo questo post, le agenzie davano la notizia che il piano programmatico, oggetto dell’incontro odierno, è stato illustrato verbalmente, senza che il testo venisse consegnato ai sindacalisti: davvero, non si sa se ridere o piangere per un Governo che ha la presunzione e la leggerezza di portare avanti un confronto con le parti sociali senza mettere nero su bianco i numeri dei tagli.

Manuela Ghizzoni

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