«Comprano con parsimonia sempre maggiore anche negli hard discount e all’ipermercato. Clienti spaventati dall’impennata dei prezzi di pane, pasta, carne, frutta e verdura. La crisi profonda investe logicamente anche i prodotti non alimentari, il superfluo.
Allarmante il nuovo aggiornamento dell’Istat sul crollo delle vendite al dettaglio nel mese di giugno. Il calo è del 3,4% su base tendenziale e dello 0,5% su base mensile. È il risultato peggiore non solo di quest’anno ma dall’aprile del 2005 ad oggi quando si arrivò a -3,9%. La riduzione incide per il 2,3% sui cibi e nel 4,1% sugli altri articoli di consumo. Volare sta diventando proibitivo, con biglietti lievitati del 40%. Coinvolti dalla forte flessione tutti i settori commerciali. Dalla grande distribuzione (-1,5%), ai negozi di dimensioni ridotte(-4,8%).
Perdono clientela salumieri e macellai di quartiere. Per la spesa si preferisce andare nei grandi centri, dove si riesce a risparmiare qualche centesimo. E in tempi di ristrettezze economiche queste attenzioni al portafogli pesano eccome.
Soffrono però anche gli esercizi tradizionalmente dai prezzi più contenuti. Gli hard discount, secondo i dati dell’istituto di statistica, chiudono il bilancio dell’ultima rilevazione mensile a -2,3%, gli ipermercati a -1,7%.
Nel settore non alimentare, restano in magazzino elettrodomestici, radio, apparecchi tv e registratori (-2,1%), oltre a giochi, giocattoli, articoli sportivi e da campeggio (-1,8%), profumi (-6%).
La flessione è più marcata al centro e al sud rispetto al nord.
L’inflazione è scesa ad agosto dello 0,1% rispetto a luglio, pari al 4%, ma resta calda per quanto riguarda i generi alimentari. Salatissima la pasta, aumentata del 25,6% su base annua a fronte del 24,7% del mese scorso, e se poi la si sceglie di grano duro si arriva al 35,2%. In rialzo la carne di bovino (+5,1%), pollame (4,4), ortaggi e frutta (7,4). Rallentano latte, formaggi e uova. I consumatori calcolano una stangata di 565 euro annui a famiglia e rilanciano per il 18 settembre lo sciopero della pagnotta. I panificatori però parlano di «inversione di tendenza».
«Il governo blocchi la speculazione sui prezzi che è alla base dei rincari, il problema è che non sempre gli aumenti sono giustificati da ragioni economiche nel passaggio da produttore a consumatore», esorta il segretario della Uil Luigi Angeletti. «Serve una risposta efficace, ma l’esecutivo è sordo», incalza Agostino Megale, Cgil.
Il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola promette una stretta sulla sorveglianza: «Con la Guardia di Finanza definiremo il programma delle ispezioni di settembre e ottobre». Luca Zaia, Politiche agricole, insiste sull’utilità del calmiere: «Proposta già realizzata in molte catene della grande distribuzione. In certi posti è possibile acquistare la pasta direttamente al distributore e pagare per ciò di cui si ha effettivamente bisogno ».
Per Coldiretti nel tragitto dal campo alla tavola le materie prime subiscono rincari esagerati: «Nessun alibi. I prezzi di grano e latte alla stalla si sono abbassati». La Cia denuncia: «I dati Istat dicono che il Paese e l’agricoltura sono fermi».
Corriere della Sera, 30 agosto 2008
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