Tra mutui per comprare casa, finanziamenti per ristrutturarla, prestiti per investire, ma anche per credito al consumo e per affrontare il peggiora-
mento della situazione economica di molte famiglie, soprattutto del Sud, l’indebitamento degli italiani è salito, tra il 2002 e il 2007, del 93,28% toccando quota 15.765 euro di media.
In cinque anni, secondo la Cgia di Mestre, dall’adozione della moneta unica, le famiglie italiane si sono indebitate in modo crescente, tanto da raddoppiare quasi la loro esposizione nei confronti degli istituti di credito. In testa alla classifica la provincia di Roma, con una media di quasi 22mila euro. A seguire le famiglie milanesi (21.321 euro), quelle della provincia di Lodi (20.593 euro), quelle di Reggio Emilia (20.138 euro) e le riminesi (con 20.060 euro).
In cinque anni, il record della crescita del debito è invece di Napoli, con un aumento del 116,36%, che non si discosta molto da quello di Reggio Emilia e Piacenza (116,1%). In ogni caso sono moltissime le province che hanno in sostanza raddoppiato il loro indebitamento: in 20 hanno avuto una crescita superiore alla media e le poche province che si situano in coda alla classifica vedono comunque una crescita del 50% circa, con un minimo al 42,45%.
Secondo l’analisi della Cgia in coda alla classifica dell’ammontare del debito da onorare nei confronti degli istituti di credito o degli istituti finanziari a fine 2007 sono le famiglie del Sud. Quelle residenti nella provincia di Isernia sono indebitate per 7.119 euro, a Reggio Calabria per 7.099 euro, a Benevento per 6.951 euro e, infine, a Vibo Valentia per 6.769 euro.
Tra le cause del crescente debito anche la spesa. Il ricorso al credito per comprare beni di prima necessità al supermercato è in costante crescita. Lo hanno capito le stesse catene di supermercati che al posto delle vecchie carte fedeltà che permettevano di accumulare punti col crescere della spesa hanno sfornato strumenti sempre più sofisticati, dalle carte di debito usabili nel supermercato, con un plafond spendibile ma senza la possibilità di avere un fido, fino a delle vere e proprie carte di credito che permettono di rateizzare il debito verso la catena di supermercato.
L’obiettivo per i supermercati è quello storico di fidelizzare il cliente unito all’esigenza di incentivare direttamente il credito al consumo allargando le capacità di spesa delle famiglie italiane ormai in difficoltà anche per gli acquisti ordinari. La prima catena della grande distribuzione a intuire il trend è stata Auchan (di cui fanno parte i supermercati Sma) che in collaborazione con Banque Accord, la banca del gruppo, da 5 anni propone due carte: una utilizzabile solo negli ipermercati Auchan (Carta Auchan-Accord) e una seconda utilizzabile come une vera e propria carta di credito (Carta MarterCard-Accord). Le due carte prevedono un fido che può arrivare fino a 3.250 euro. In caso di rateizzazione il tasso annuo è di 16,20% e quello effettivo globale è del 17,46%.
Un po’ più convenienti sono i tassi delle carte «revolving» di Esselunga e di Unicoop Firenze. La carta Scelta Più di Unicoop (in collaborazione con Consumit, la società di credito al consumo del Monte dei Paschi di Siena) permette rateizzazioni al 12% annuo (Taeg sotto il 13%), mentre Fidaty Plus di Esselunga (in collaborazione con Bankamericard) prevede un Tan dell’11,8% e un Taeg del 14,16%.
da Unità del 21 agosto 2008
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