Il Servizio Studi della Camera ha sollevato dubbi sulla costituzionalità delle norme sui precari contenute nella manovra economica, alla luce dell’articolo 3 della Carta Costituzionale, nonostante le modifiche apportate la scorsa settimana dal Senato (e che domani dovrebbe ricevere la terza fiducia alla Camera). Nel documento che analizza le modifiche apportate dal Senato al Dl manovra si legge: “A riguardo si osserva come sembri opportuna un’attenta valutazione della distinzione introdotta dalla norma in esame, alla luce del principio di ragionevolezza di cui all’articolo 3 della Costituzione”.
L’articolo a cui il documento fa riferimento stabilisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
La norma in questione stabilisce che i datori di lavoro non sono più obbligati ad assumere lavoratori precari, anche nel caso in cui a questi ultimi venga riconosciuto questi diritto per via legale. Su sollecitazioni giunte da più parti, il governo ha solo parzialmente modificato la norma, ma non in maniera significativa.
Secondo il Partito Democratico “le modifiche alla manovra del Senato sui precari non risolvono affatto il problema: l’unica strada era e resta togliere di mezzo l’emendamento”. A dichiararlo sono i capigruppo del Pd delle commissioni Bilancio e Finanze, Pier Paolo Baretta e Alberto Fluvi. “La nota dei tecnici della Camera – continuano i due esponenti del PD – conferma le nostre preoccupazioni e le nostre contrarietà. La distinzione tra i lavoratori che alla data del decreto avevano una causa aperta e tutti gli altri che l’apriranno in un altro momento è chiaramente discriminatoria e crea una nuova categoria di precari tra i precari”.
Dura anche Marina Sereni, che inserisce il provvedimento sui precari nella critica generalizzata alla manovra del governo Berlusconi. “L’ultimo esame ha dimostrato che i provvedimenti economici sono assolutamente inadeguati al momento di crisi che sta vivendo il Paese. I tagli su settori fondamentali per la crescita mettono di malumore più di qualche ministro, ma soprattutto condannano l’Italia e chi vive di salario o pensione. E per finire – conclude – si colpiscono i precari con una norma sulla quale i tecnici della Camera già esprimono dubbi di costituzionalità”.
S.C. per www.partitodemocratico.it
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