“Intervenire sul sistema scolastico e universitario con la sola preoccupazione di tagliare tradisce una prevenzione ideologica nei confronti del sistema pubblico di istruzione e formazione”. E’ quanto sostiene l’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo PD nella commissione Istruzione e Cultura della Camera che questa mattina ha partecipato a Bologna a un incontro con i Rettori dei quattro Atenei dell’Emilia-Romagna. Al centro dell’incontro i provvedimenti del governo e i tagli all’università contenuti nella manovra finanziaria di Tremonti.
“Quello che emerge dalla mobilitazione avviata dagli Atenei – spiega la parlamentare del PD – è la richiesta di un ripensamento dei provvedimenti annunciati e la predisposizione di un piano che finalmente ponga al centro della politica universitaria autonomia, responsabilità e valutazione. Una richiesta che ci vede pienamente concordi ma che va in direzione diametralmente opposta a quanto previsto dalla manovra del governo”.
Il provvedimento del governo prevede un limite al turn over delle assunzioni del personale pari al 20% delle cessazioni dal servizio verificatesi l’anno precedente. Questo vuol dire che per assumere un giovane ricercatore occorrerà attendere che siano andati in pensione almeno 5 professori. “In questo modo – spiega l’on. Ghizzoni – si preclude l’accesso dei giovani insegnanti e ricercatori e allo stesso tempo non si mette in campo alcuna strategia per per innovare la qualità della didattica e della ricerca. Se gli Atenei assumeranno giovani lo potranno fare solo grazie ai 140 milioni stanziati dal governo Prodi nella finanziaria 2007”.
La manovra prevede anche una riduzione del Fondo di Funzionamento Ordinario, di oltre un miliardo e mezzo nel quinquennio 2009-2013.
“Un taglio – precisa la parlamentare – che comprometterà l’intera operatività sia della didattica che della ricerca dell’università (l’85 per cento della ricerca in Italia viene fatta all’interno delle università).
Quello che resta sarà assorbito completamente dalle spese di personale che sono incomprimibili e obbligatorie.
Il provvedimenro del governo non si limita a tagliare, prevede la possibilità per le Università di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato.
“In sostanza una forma spuria di parziale privatizzazione dell’Università italiana” spiega la Ghizzoni.
“Noi abbiamo contrastato questa ipotesi perché una riforma di questo rilievo non può essere approvata con un solo voto di fiducia, ma va discussa e approfondita in tutti i suoi aspetti. Anche perché nulla dice sul diritto allo studio e sulle pari opportunità culturali e formative anche per le aree del Paese economicamente svantaggiate. Manca inoltre un serio approfondimento sul rapporto tra natura privata delle università-fondazioni e natura pubblica del bene che esse amministrano: la conoscenza.
“Per queste ragioni – conclude la parlamentare del PD – ai Rettori va tutta la nostra solidarietà per la battaglia di civiltà, che è anche del Partito Democratico, contro una visione angusta della cultura e una politica che, mortificando la ricerca, impoverisce il Paese”.
Roma, 21 luglio 2008