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Istat, famiglie sempre più povere

“I nuovi dati dell’Istat confermano tutte le nostre preoccupazioni – dichiara Walter Veltroni, segretario del PD – Le famiglie stanno riducendo sensibilmente i loro consumi e questo non avveniva da cinque anni a questa parte. Quello che colpisce è il fatto che si spende per i generi essenziali persino meno in termini assoluti che l’anno scorso e quindi molto di meno se si tiene conto dell’inflazione, le famiglie sono spinte a consumi di sempre inferiore qualità.
Questo rende ancora più necessario quell’intervento a sostegno di salari, stipendi e pensioni che il Partito democratico ha messo tra le vere emergenze del Paese. Il governo su questo non fa nulla di concreto, al contrario le tasse crescono e i provvedimenti tanto annunciati si rivelano illusori e ridicoli a confronto con le esigenze delle famiglie.”

Nel 2007 la spesa media mensile delle famiglie italiane è stata 2.480 euro, lo 0,8% in più rispetto all’anno precedente. La variazione se confrontata con l’inflazione all’1,8% e alla crescita del valore del fitto figurativo evidenzia che l’aumento in termini nominali è in realtà una flessione in termini reali. E’ la prima volta dal 2002 che i consumi delle famiglie mostrano una flessione in termini reali.

Per la prima volta, in sostanza, l’Istat riscontra nell’andamento delle spese delle famiglie italiane un calo nei consumi che, negli anni precedenti erano invece risultati fermi.

Secondo i tecnici dell’Istituto di Statistica “le famiglie si sono attrezzate con una strategia generalizzata di contenimento della spesa attraverso diminuzioni nelle quantità e razionalizzazione negli acquisti”: in sostanza là dove si assiste ad una stabilità degli acquisti corrisponde un calo della qualità, con un aumento, ad esempio delle spese realizzate negli hard discount o comunque di prodotti di qualità inferiore. Questa situazione attraversa il Paese e sarebbe stata maggiore se non fossero diminuite a causa del clima le spese energetiche e per combustibili: “Ciò – sostengono i ricercatori dell’Istituto – ha messo a riparo le famiglie. Con un clima tradizionalmente più freddo la situazione sarebbe stata peggiore”. Le spese per combustibili hanno infatti subito una riduzione della quota rispetto alla spesa totale dal 5,0% al 4,7%.

Il bilancio si fa ancora più grave se si analizzano i dati riguardanti le famiglie meridionali.

Il 50% è stata costretta a stringere la cinghia, acquistando meno prodotti alimentari, o scegliendo quelli di minor qualità. E’ quanto emerge dall’indagine Istat sui consumi delle famiglie, relativa al 2007 diffusa oggi.
Al Sud, la spesa per generi alimentari è passata dai 472 euro mensili del 2006 ai 480 del 2007. Un aumento solo in termini nominali, però, visto che, spiega l’Istat, una famiglia su due dichiara di aver limitato gli acquisti o aver scelto prodotti meno cari e di qualità inferiore.

Nel dettaglio il 55% dei nuclei ha fatto questa scelta quando si trattava di comprare carne, il 59% al momento dell’acquisto del pesce.

La spesa media mensile delle famiglie meridionali per i consumi è inferiore a quella nazionale: 1.969 euro contro 2.480. Nel dettaglio, tra il 2006 ed il 2007, è calato l’acquisto di carne, combustibili, energia elettrica, trasporti, comunicazioni, arredamenti e servizi per la casa.

Mentre si spende un po’ di più per zucchero, caffé, abbigliamento, servizi sanitari e casa. Su quest’ultimo capitolo grava l’aumento degli affitti mensili passati in media, nel Meridione, dai 235 euro del 2005, ai 278 del 2007.

PD Network, 8 luglio 2008

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