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A proposito delle feste del Partito Democratico

La scorsa settimana ho partecipato all’inaugurazione della festa del Partito Democratico dell’Unione Terre d’Argine (Carpi, Campogalliano, Novi e Soliera) e ieri sera ho preso parte all’ iniziativa “Il governo dei territori, l’opposizione nel Paese: il profilo del Partito Democratico” insieme al Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e al Segretario provinciale del Partito Democratico Stefano Bonaccini.
Ho avuto così l’occasione per riflettere nuovamente sul dibattito – a volte stucchevole, perché svolto solo attraverso una prospettiva meramente nominalistica: Feste de l’Unità o Feste democratiche? – avviato l’anno scorso a livello locale, e rilanciato quest’anno in sede nazionale, sul ruolo delle feste di partito, ritenute da alcuni un’ingombrante eredità novecentesca.
Ebbene, tra gli amici e i compagni attivi negli stands delle feste del Pd invece ho trovato entusiasmo e voglia di partecipare e contribuire, attraverso iniziative di questo tipo, al radicamento e alla crescita del Partito democratico. Un entusiasmo che rappresenta per il Pd una risorsa fondamentale, soprattutto adesso che attraversiamo una fase politica certamente non felicissima.
Naturalmente il Partito Democratico non può e non deve esaurirsi nelle feste, ma non può e non deve nemmeno trascurare questa fondamentale occasione di socializzazione e partecipazione politica. Tra le migliaia di volontari che si mobilitano intorno alla festa di Carpi e alle altre feste in provincia di Modena ho ritrovato il medesimo slancio che caratterizza sagre e feste di paese e la voglia di partecipare ad un rito collettivo, anzi, per usare categorie sociologiche, ad un rito di comunità, prezioso per finanziare in modo trasparente e collettivo la politica, ma anche per rinvigorire la nostra opposizione.
A loro tutta la mia gratitudine.
Manuela Ghizzoni

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