“Lavoro in Italia,molta flexi e poca security”, di Carlo Clericetti
ROMA – La presentazione del Rapporto sullo Stato sociale è quasi l’unico appuntamento, ormai istituzionale, dove ogni anno invece di parlare di tagli e riduzione delle prestazioni pubbliche si cerca di fare il punto sulla situazione del welfare in Italia, nei suoi diversi aspetti. Curato da Roberto Pizzuti, economista della Sapienza di Roma, è sostenuto dal Dipartimento di economia pubblica della stessa università e dal Criss (Centro di ricerca interuniversitario sullo Stato sociale). Il sottotitolo scelto scelto quest’anno è “Il tendenziale slittamento dei rischi sociali dalla collettività all’individuo”. In parole più semplici, ciò che si vuol mettere in evidenza è che negli ultimi anni, in tutti i paesi economicamente avanzati, tra le classi dirigenti e la maggior parte degli economisti sembra prevalere la teoria che una serie di compiti che lo Stato si era progressivamente assunto nel corso del secolo passato, e che hanno costruito i sistemi di sicurezza sociale quali noi li conosciamo, debbano invece essere affidati ai privati, o come gestione o addirittura come responsabilità individuale. L’esempio più evidente di questo processo è …