I raid di Ponticelli contro un campo nomade sono la grave spia di una stagione di intolleranza verso immigrati e comunità rom che sta pericolosamente attraversando il nostro Paese. Tale clima prende le mosse da un senso generale di paura, d’incertezza, che tende ad amplificare in molti cittadini la percezione d’insicurezza, la sensazione d’essere indifesi nei confronti della delinquenza.
È un sentimento questo che non va affatto sottovalutato, e certamente esiste in Italia un problema di sicurezza anche legato al fenomeno dell’immigrazione clandestina, che è diffuso e va risolto con efficacia. Ma come sempre quando si diffondono sentimenti così profondi ed acuti, e peraltro – va ribadito – anche comprensibili, è facile che le reazioni colpiscano per primi gli “stranieri”, gli “altri”. Compito della politica è dare risposte al bisogno di sicurezza dei singoli e delle comunità, e al tempo stesso mostrarsi inflessibile verso ogni fenomeno di xenofobia, di razzismo, di aggressione verso intere categorie di presunti “nemici”: i romeni, gli immigrati irregolari, i rom.
È inaccettabile qualunque giustificazione o minimizzazione di questi atteggiamenti e comportamenti che li rappresenti come reazioni eccessive, ma conseguenti, a problemi quali la presenza di immigrati irregolari o l’alta percentuale di immigrati tra gli autori di determinati reati.
L’onda del razzismo e della xenofobia va fermata subito, l’Italia deve stringersi a tutti coloro, stranieri e “minoranze”, che vivono in pace nel nostro Paese, rispettandone le leggi. In gioco sono i princìpi costituzionali di libertà, in gioco sono i diritti umani, in gioco è il nostro futuro di comunità civile.
In particolare, come parlamentari e come ebrei italiani sentiamo il bisogno e il dovere di stringerci al popolo rom, al quale ci unisce una storia millenaria di persecuzioni e il comune destino del genocidio nazista, che mai potremo dimenticare. Non permetteremo che un intero popolo venga colpevolizzato o che i reati di alcuni, pochi o tanti che siano, producano pene per tutti.
Per questo diciamo oggi e diremo sempre: sì alla sicurezza no al razzismo.
Vorremmo che alle nostre firme si uniscano quelle dei tanti che, siamo certi, sono allarmati come noi dal pericolo che l’Italia sta correndo.
Rita Levi Montalcini senatrice a vita
Roberto Della Seta senatore
Emanuele Fiano deputato
Ricardo Franco Levi deputato
L’Unità 25.5.08
Pubblicato il 26 Maggio 2008