Mese: Aprile 2008

«I narcisi del non voto», di Beppe Sebaste

A ogni scadenza elettorale, anche se magari non sono mai gli stessi, incontro amici e conoscenti che dicono che stavolta non voteranno. Non sono come gli ignavi di Dante, tormentati nel vestibolo dell’Inferno perché, già rifiutati dal Cielo, sono sgraditi anche a Satana, non avendo avuto neanche il coraggio di peccare. C’è chi è deluso (e chi non lo è?), c’è chi protesta per punire i partiti (ma punire chi?). C’è chi si sente ormai al di sopra della mischia, chi ostenta un’idea della coerenza e della purezza morale e politica che non ha niente a che vedere né con la coerenza, né con la morale, né con la politica. Tutti hanno invece molto a che vedere con una patologia dilagante: il narcisismo. Il narcisismo di chi vuole astenersi dal voto si ammanta infatti della pretesa di identificarsi totalmente nell’atto del voto, di specchiare se stessi nella crocetta apposta sul simbolo elettorale, come se esistesse un simbolo o un partito capace di riflettere la complessità di sentimenti, aspirazioni e idee politiche di cui ognuno è …

E infine fu la balla del bollo

Una bufala tossica (questa sì). È l’ultima promessa del Principale Esponente prima dello stop alla campagna elettorale. Quell’«aboliremo il bollo su auto e moto, una tassa che non c’è da nessuna parte al mondo» è una di quelle promesse senza gambe che affollano il programma Pdl. Con questo annuncio al rush finale Silvio Berlusconi si avvicina a quota 40, arrivando a circa 39 miliardi e mezzo di promesse non coperte, stando alle elaborazioni dell’ufficio studi di Banca Intesa. Il balzello del bollo auto infatti vale circa 5 miliardi e mezzo che ogni anno vengono indirizzati per lo più alle Regioni (solo quelle a Statuto speciale ancora non lo drenano). Ma anche ci fossero i soldi (trovati dal governo Prodi) sarebbero gambe sbagliate per il nostro Paese. Con famiglie che stentano ad arrivare a fine mese, con l’ambiente peggio tutelato d’Europa, con città intasate di traffico a quattro e due ruote, quella sul bollo auto somiglia più a un veleno che a una medicina. Il centrosinistra ha già avviato l’eliminazione per tre anni della tassa, ma …

Walter Veltroni: È l’Italia che vuole cambiare

Europa, più di altri, si è battuta per l’approdo del Partito democratico. Al termine di un’accesa campagna elettorale, nel pieno di un’entusiasmante rimonta, che ha assorbito tutte le nostre attività, vorrei dire che appare più evidente che mai quanto le ragioni fossero dalla nostra parte. Senza il Partito democratico, senza la scelta di andare da soli, la sfida sarebbe stata persa in partenza ed avremmo sicuramente riconsegnato il paese alla destra. Le energie che abbiamo suscitato in questi mesi, dalla mia discesa in campo per le primarie, sono enormi. Chiunque guardi alla campagna elettorale con occhio franco, non inquinato da visioni preconcette, dal cinismo snob o dalla rassegnazione, non può non vedere come siamo di fronte, da parte del Partito democratico, ad una mobilitazione, ad una partecipazione, ad un’attenzione che non si vedeva nel nostro paese da molti anni. Pensiamo alla giornata del 30 marzo, il Democratic day. In quale grande paese europeo è possibile per un partito organizzare contemporaneamente 12mila punti di incontro con i cittadini? Ma il termometro più sbalorditivo di questo cambiamento …

Un appello agli indecisi, di Oliviero Beha

In tutto il resto del giornale trovate per chi votare e ovviamente per chi non votare, (cfr. “Mister Unfit” che ci sta dicendo sempre più che ci vuole esattamente come lui, solo un po’ più poveri). Qui parlo invece agli indecisi della vigilia non sul voto ma sul seggio stesso,che stando al naso e ai sondaggi sotto traccia restano parecchi anche oggi, parlo a coloro che non sanno se andranno a votare. Il livello politico, razionale e umorale che chiamo in causa è – lo premetto esplicitamente – basso, niente a che vedere con la ratio dei politologi e le teorie rocambolesche applicate al voto utile, disgiunto, opposto che hanno riempito le discussioni mediatico-elettorali delle ultime settimane. Parlo insomma ai cittadini della politica da caffè, della politica da casa, della politica “ignorante”, nel senso che ignora tantissime cose anche perché la stampa gioca in questo un pesante ruolo a velare invece che a svelare, ma anche della politica consapevole, ossia di quella che pensa di saper tutto e proprio per questo non ne può più …

Veltroni per l’Italia, «un Paese che va amato, non usato»

«Domenica comincerà la primavera dell’Italia». Un Paese che va «amato, e non usato». A Roma, Walter Veltroni chiude la campagna elettorale del Partito Democratico con un messaggio di speranza e un forte appello al voto. Anzi, tre. Agli elettori “storici” del centrodestra che vivono con disagio al pensiero di un altro quinquennio con Berlusconi, ai possibili astensionisti, perché «chi si astiene finisce sempre per favorire lo schieramento che gli è più lontano». E agli elettori della Sinistra Arcobaleno, perché certo «ogni voto è utile, ma ora il confronto per la leadership del Paese è fra il Pd e la destra». Un triplice appello per provare a cavalcare l’onda della rimonta. Veltroni crede nella vittoria: «Sono ottimista – dice – il cambiamento si può fare». Se la partita si giocasse nelle piazze romane, non ci sarebbe storia. Alla «sparuta assemblea di pochi intimi» riunita giovedì pomeriggio al Colosseo per ascoltare Berlusconi e Fini, risponde una piazza del Popolo gremita come non mai. Ad ascoltare il leader del Pd, decine di migliaia di persone, centocinquantamila, secondo gli …

Londra, il Times appoggia Veltroni

«Una vittoria elettorale di Silvio Berlusconi farebbe forse più notizia e magari sarebbe più divertente, ma non c’è alcuna garanzia che se lui andasse di nuovo al potere l’Italia vedrebbe i miglioramenti di cui ha bisogno. Il Paese deve perseguire le riforme con ferma determinazione e rinnovato vigore. Gli italiani farebbero bene a votare per Walter Veltroni, il diavolo che non conoscono, piuttosto che per un diavolo che già hanno sperimentato». Si conclude così, con un esplicito appello al voto per il Pd, un editoriale che oggi il Times di Londra dedica nella sua edizione online all’Italia.

Spagna, ecco il governo Zapatero. Nove donne e otto uomini

Il nuovo governo socialista spagnolo schiera più donne ministro che uomini: 9 a 8. Dopo aver giurato per il secondo mandato davanti a re Juan Carlos, il premier Jose Luis Rodriguez Zapatero ha presentato il suo esecutivo. E per la prima volta nella storia politica della Spagna le donne sono più numerose degli uomini. Oltre ad essere in maggioranza, alle donne è andato anche il ministero della Difesa, che verrà assegnato a Carme Chacon, 37 anni. La donna, che aspetta un figlio, è una delle figure in ascesa all’interno del Partito Socialista. Diversi dei membri chiave del precedente governo resteranno al loro posto, come il ministro degli Esteri Miguel Angel Moratinos, il ministro dell’Economia Pedro Solbes e quello degli Interni Alfredo Perez Rubalcaba. Sono cinque i ministri nuovi e quattro quelli non confermati, come il dicastero del Lavoro, Jesus Caldera. Fra le novità, il Ministero dell’Uguaglianza affidato a Bibiana Aido, 31 anni, il ministro più giovane della democrazia spagnola e quello delle Scienze e dell’Innovazione, ruolo che sarà di Cristina Garmendia, 45 anni.