Mese: Aprile 2008

Prodi lascia la presidenza del Pd «Serve nuovo gruppo dirigente»

La lettera è arrivata nelle mani di Walter Veltroni prima di Pasqua. Ma Romano Prodi nel svela il contenuto solo adesso. Il premier, ancor prima di lasciare il governo, lascia la presidenza del Partito Democratico: «I ruoli di responsabilità adesso spettano ad altri». E se la decisione è arrivata ben prima del voto, la ragione è semplice: «Perché fosse chiaro che non dipendesse dal risultato elettorale». Ora che le urne hanno dato il loro responso diventa possibile ufficializzarla senza contraccolpi d’immagine. Prodi definisce la propria scelta «molto chiara, molto semplice, molto ferma e molto coerente: non mi sono presentato alle elezioni, perché ritenevo e ritengo sia necessaria una nuova leva, un nuovo gruppo dirigente per portare avanti la crescita ed il rafforzamento del Pd». Ora, spiega, sarò, un «supporter forte e leale del partito, cercando di lavorare su riflessioni e proposte». E dopo l’addio di Prodi la carica rimarrà vacante o ci sarà subito un successore? Una nota del Pd fa sapere di un imminente incontro fra il premier e Veltroni e conferma «la piena …

L’eterno ritorno del Cavaliere, di Ezio Mauro

Questa Italia del 2008 ha infine deciso di scegliere Silvio Berlusconi e la sua destra. È una vittoria elettorale che peserà a lungo sul Paese e sui suoi equilibri, non soltanto per i dati più evidenti, come il distacco di nove punti dall’avversario e la soglia di sicurezza raggiunta alla Camera e soprattutto al Senato grazie anche al concorso decisivo della Lega. C’è qualcosa di più. Sopravanzato nell’innovazione per la prima volta dall’inizio della sua avventura pubblica, il Cavaliere si è trovato di fronte ad una forte novità politica come il Pd nell’altra metà del campo, capace di chiudere la storia troppo lunga del post-comunismo italiano e di posizionare una sinistra riformista al centro del gioco politico: ristrutturandolo attorno ad un partito a vocazione maggioritaria deciso a parlare a tutto il Paese, dopo essersi separato per la prima volta dalla sinistra radicale. Berlusconi ha inseguito l’avversario, ha inventato su due piedi una costruzione politica uguale e contraria – il Pdl – per impedire che il Pd diventasse il primo partito, si è liberato dei cespugli …

Cara amica e caro amico,

ci siamo salutati venerdì con la speranza e la fiducia nel cuore. Per questo è difficile trovare le parole per descrivere l’amarezza e la delusione di un risultato che, non possiamo nascondercelo, ci vede sconfitti. Certo, ci può consolare il risultato incoraggiante di un partito nuovo, nato da pochi mesi, e l’ottimo risultato raggiunto a livello locale, che ha visto crescere il consenso del Pd rispetto alla somma dei voti raccolti da Ds e Margherita nel corso dei precedenti test elettorali. E in molti casi ha visto premiare alla Camera, ossia tra i più giovani, la nostra proposta politica. Tuttavia l’obiettivo era quello di vincere e così non è andata. Dovremo riflettere a fondo sulle dinamiche elettorali e sulle ragioni di una sconfitta, certamente annunciata, ma che credevamo di poter arginare. Dovremo farlo soprattutto sgombrando dal campo due interpretazioni che troppe volte ci hanno impedito di comprendere le reali ragioni del successo politico della destra italiana. La prima chiave di lettura semplicistica, sembra paradossale, ma è proprio quella che spinge molti ad affermare “Questo Paese …

Dispetto alla Montalcini al seggio: «Faccia la fila come gli altri»

A Roma in quattro non cedono il posto al quasi 99enne premio Nobel.  Scatto d’orgoglio della senatrice: “Preferisco aspettare”. Poi la rivincita:”Continui così”. Qui non c’entrano le cinque lauree, il premio Nobel per la medicina, le mille pubblicazioni e nemmeno il laticlavio a vita. Forse è semplicemente un fatto di educazione, quando da bambino ti insegnano a cedere il posto a chi è più anziano. Se poi l’anziano ha quasi 99 anni (tra 9 giorni) e non ci vede nemmeno bene, il fatto che si chiami Rita Levi Montalcini diventa evidentemente secondario. Eppure tutto ciò non è bastato a evitare alla senatrice a vita di dover attendere in piedi mezz’ora prima votare, per colpa della maleducazione di quattro elettori che si sono rifiutati di farla passare avanti. La scena si è svolta ieri poco prima di mezzogiorno a via Reggio Calabria, al seggio istituito presso la scuola “Falcone e Borsellino”, vicino a piazza Bologna, quartiere medio-borghese della Capitale. La Montalcini si è presentata a braccetto di un accompagnatore il quale, vista la lunga fila, ha …

Segreto di Stato, si aprono gli archivi. Consultabili i documenti con almeno 30 anni. Pubbliche anche le carte su Moro

Segreto di Stato a termine e «liberazione» delle carte ancora riservate sul caso Moro. Alla vigilia delle elezioni il governo Prodi ha emanato l’unico regolamento che poteva fare in attuazione della riforma dei Servizi di sicurezza; sugli altri non è mai arrivato il parere del comitato parlamentare di controllo, e tutto è rinviato alla legislatura che verrà. Dalla prossima settimana, quando il decreto annunciato ieri dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Micheli sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, il segreto di Stato non potrà durare più di trent’anni. In origine saranno quindici, e di fronte ad esigenze particolari potrà essere reiterato una o più volte; la «durata complessiva del vincolo», però, non dovrà superare il limite dei tre decenni. Sulla vicenda del sequestro e omicidio di Aldo Moro invece— di cui in questi giorni ricorre il trentennale, e su cui non esiste alcun segreto di Stato — lo stesso Micheli ha firmato una direttiva destinata a tutte le amministrazioni interessate per la completa declassificazione dei documenti. «E’ una decisione frutto di una precisa volontà di …