La lettera è arrivata nelle mani di Walter Veltroni prima di Pasqua. Ma Romano Prodi nel svela il contenuto solo adesso. Il premier, ancor prima di lasciare il governo, lascia la presidenza del Partito Democratico: «I ruoli di responsabilità adesso spettano ad altri». E se la decisione è arrivata ben prima del voto, la ragione è semplice: «Perché fosse chiaro che non dipendesse dal risultato elettorale». Ora che le urne hanno dato il loro responso diventa possibile ufficializzarla senza contraccolpi d’immagine.
Prodi definisce la propria scelta «molto chiara, molto semplice, molto ferma e molto coerente: non mi sono presentato alle elezioni, perché ritenevo e ritengo sia necessaria una nuova leva, un nuovo gruppo dirigente per portare avanti la crescita ed il rafforzamento del Pd». Ora, spiega, sarò, un «supporter forte e leale del partito, cercando di lavorare su riflessioni e proposte».
E dopo l’addio di Prodi la carica rimarrà vacante o ci sarà subito un successore? Una nota del Pd fa sapere di un imminente incontro fra il premier e Veltroni e conferma «la piena unità d’intenti fra i due». Quasi sorpreso dalla decisione del Professore, il dalemiano Nicola Latorre, mette le mani avanti: «Apprendo ora la notizia, so che Veltroni aveva proposto a Prodi di mantenere l’incarico, io però apprendo ora la cosa. Se Prodi ha deciso, la parola passerà ad altri, a chi sarà da valutare». Molto netta, invece, Rosy Bindi nello smentire una sua candidatura: «Quella è una delle cose che ho letto solo dalle agenzie. E comunque, no. È un’ipotesi che non ha nessun fondamento».