Una bufala tossica (questa sì). È l’ultima promessa del Principale Esponente prima dello stop alla campagna elettorale. Quell’«aboliremo il bollo su auto e moto, una tassa che non c’è da nessuna parte al mondo» è una di quelle promesse senza gambe che affollano il programma Pdl.
Con questo annuncio al rush finale Silvio Berlusconi si avvicina a quota 40, arrivando a circa 39 miliardi e mezzo di promesse non coperte, stando alle elaborazioni dell’ufficio studi di Banca Intesa. Il balzello del bollo auto infatti vale circa 5 miliardi e mezzo che ogni anno vengono indirizzati per lo più alle Regioni (solo quelle a Statuto speciale ancora non lo drenano).
Ma anche ci fossero i soldi (trovati dal governo Prodi) sarebbero gambe sbagliate per il nostro Paese. Con famiglie che stentano ad arrivare a fine mese, con l’ambiente peggio tutelato d’Europa, con città intasate di traffico a quattro e due ruote, quella sul bollo auto somiglia più a un veleno che a una medicina. Il centrosinistra ha già avviato l’eliminazione per tre anni della tassa, ma solo per le auto di bassa cilindrata e «ecologiche».
Qui invece si regala un grosso sconto ai più ricchi (quelli che hanno i Suv e ci vanno anche nei centri storici), pochissimo a chi ha un’utilitaria. Si spende un’enormità dimenticandosi di famiglia e lavoro.
Insomma il «pacco dono» confezionato dal Principale Esponente all’ultimo minuto per convincere gli indecisi mostra parecchie falle. «Ci sono tre argomenti che lo smontano alla radice», spiega Enrico Morando estensore del programma del Pd.
«Ancora una volta il leader del pdl parla di abolizione – spiega Morando – Lo aveva già fatto nel 2001, annunciando l’abolizione dell’Irap. Non una diminuzione, non una limatura, ma proprio l’eliminazione. Quando se n’è andato, nel 2006, l’Irap era lì praticamente intonsa. C’è da credergli?» Ci si mise Prodi a diminuire (non certo eliminare) l’Irap nell’ambito della diminuzione del cuneo fiscale. «Oggi il Pd propone di diminuirla ancora magari nella componente lavoro», spiega ancora Morando.
Tutt’altra storia dagli annunci: via l’Irap per sempre.
Il secondo argomento di Morando è sotto gli occhi di tutti: abolire il bollo sarebbe una misura particolarmente regressiva. Cioè favorirebbe i redditi più alti a svantaggio di quelli più bassi. C’è da dire che, vista così, è una misura in linea con le scelte già fatte dal centrodestra. tutti gli sgravi fiscali hanno favorito i redditi più alti. Come dire: buon sangue non mente. Con Silvio & Co. più soldi ai ricchi. Naturalmente pagati dai poveri: quei lavoratori dipendenti che non evadono e che oggi non arrivano a fine mese, come ripetono a tambur battente tutte le emittenti del Cavaliere da quando è iniziata la campagna elettorale. «Se davvero oggi si vuole intervenire fiscalmente, sarebbe giusto aiutare i salari», insiste Morando.
A parte la regressività economica, l’eliminazione del bollo auto contiene una pesante regressività «culturale» che ci allontana inesorabilmente dalle tendenze più avanzate. «In tutta Europa a dire la verità si fanno pagare più tasse agli automobilisti di grossa cilindrata che inquinano e intasano le strade cittadine», osserva ancora l’esponente del Pd. Insomma, quello sgravio è un palese incentivo al traffico privato, che per di più indebolisce quello pubblico visto che i soldi dovranno pur venire dalle casse dello Stato.
E qui si arriva al terzo argomento avanzato da Morando: le coperture. «Dopo aver proclamato per mesi che l’extragettito non c’era, adesso vorrebbe usarlo per il bollo auto – osserva Morando – Visto che vogliono anche eliminare l’Ici e detassare gli straordinari, l’extragettito se lo si vuole bisogna farlo con la lotta all’evasione».
Su questo non c’è riscontro che tenga: Berlusconi non è credibile.
Bianca Di Giovanni – L’Unità
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