Vuole vincere e è convinto di riuscirci, Walter Veltroni. Secondo le sue valutazioni in questa ultima settimana di campagna elettorale «si stanno redistribuendo gli indecisi e la gran parte di loro sta scegliendo il Pd». Non fa nessun appello al “voto utile”, l’importante per lui è andare a votare. «Non c’è nulla di peggio dell’indifferenza». Ciò non toglie che il voto delle prossime elezioni «segnerà la svolta». «L’Italia o cambia o perde. Non serve una normale amministrazione», ma un cambiamento ambizioso». Perciò, torna a ripetere: «Se la destra prenderà un voto in più, governerà. Se noi prenderemo un voto in più, governeremo». E dalle urne potrebbe uscire una «sorpresa», rispetto ai sondaggi circolati nelle scorse settimane, perché l’elettorato -per come lo vede lui- «è molto mobile».Veltroni non considera determinante il confronto in tv con Berlusconi e gli altri candidati premier. Altra cosa sarebbe stato il faccia a faccia. «La trasmissione così com’è stata organizzata non è propriamente utile ai fini elettorali. Mettere insieme 15 candidati tutti in uno studio sarebbe come una sequenza di urla tanto più nocivo per cittadini quanto lontano da ciò che abbiamo fatto nella nostra campagna elettorale».
In ogni caso Il Pd si propone di vincere, e da solo. L’unica «asticella» che il Pd si pone per le prossime elezioni è la vittoria. Lo assicura il segretario del partito Walter Veltroni, durante la trasmissione “Omnibus” sabato mattina, quando gli viene chiesto se davvero il 35% è la soglia da superare per il Pd. Veltroni definisce «operazioni di fantasia» dei giornalisti l’individuazione della soglia del 35% e aggiunge: «La nostra asticella è vincere le elezioni».
L’eventuale pareggio alle prossime elezioni sarà colpa di chi non ha voluto riformare la legge prima del voto, cioé del centrodestra. Il segretario del Pd Walter Veltroni lo esclude assolutamente. «Il Paese sa come utilizzare il voto, anche in presenza di una legge elettorale assurda. Il Paese sa che non si può permettere di avere ancora una fase di instabilità, o di avere un governicchio, sa che è il momento di girare pagina». In ogni caso, «se ci fosse il pareggio, stavolta non scrivete che è colpa della classe politica, ma di chi non ha voluto fare un governo per fare la legge elettorale».
Veltroni replica seccamente al leader della Sinistra arcobaleno Fausto Bertinotti, che sabato in una intervista a Il Giornale critica le scelte del segretario del Pd e ne prevede la sconfitta elettorale. «Le frasi di Bertinotti non sono una novità, ha fatto cadere il governo Prodi nel ’98, anche questa volta ha segato l’albero del governo dal primo giorno di legislatura…». Veltroni prosegue: «Il suo auspicio che non vinceremo le elezioni lo lascio a lui, io lavoro per vincere».
Il segretario del Pd tocca anche i temi “sociali” e sostiene che in futuro sarà meglio costruire nuove carceri, piuttosto che ricorrere nuovamente all’indulto. «Io sono per fare carceri moderne e accoglienti – dice -. Abbiamo carceri ottocentesche, le carceri non devono essere degli Spielberg. Ma in questo momento il segnale che bisogna dare al Paese è un segnale di rigore e responsabilità».
Quanto al veto fatto balenare dalla senatrice Paolo Binetti a proposito di un’estensione di diritti alle coppie di fatto, Veltroni rettifica che si tratta di una posizione personale all’interno del Pd e che la sua opinione è a favore di una sintesi parlamentare. Pe i Cus, ricorda, «si è fatto un lavoro positivo importante che può essere una base di partenza condivisa» in parlamento e sostiene che sui temi eticamente sensibili «bisogna ispirarsi a livello parlamentare a costruire il punto di sintesi più avanzata».
Sulla vicenda dell’emergenza rifiuti in Campania e delle dimissioni non date dal governatore Antonio Bassolino, Veltroni sostiene che superata l’emergenza servirà una «fase di forte discontinuità», ma sarebbe stato irresponsabile aprire ora una «crisi istituzionale». Su questo tema secondo il suo giudizio «Il modo di fare campagna elettorale di Berlusconi è assolutamente incivile».«C’è un problema? Lo risolvo io – s’impegna -. Ma in piazza contro i termovalorizzatori c’erano l’estrema destra e l’estrema sinistra, Alemanno e i sindaci di Forza Italia. Vediamole bene queste responsabilità».
Lui i nomi della sua squadra per Palazzo Chigi non ne vuo, fare. «In nessun paese europeo si dicono i ministri prima delle elezioni».«Ciò che conta – aggiunge – è cosa si vuole fare per il paese e la coerenza con i programmi».