di Fabio Carducci – sole24ore.it
Candidati e spin doctor impegnati nell’ultimo miglio di campagna elettorale prendano nota: gli indecisi che alla fine andranno a votare valgono circa il 10% dell’elettorato. Non il 30%, come spesso si sente dire, includendo anche il 20% di astensionisti, recidivi o intermittenti che siano. Sono più donne che uomini, più casalinghe che operai, più numerosi tra i 35-44enni che tra i 18-34enni, hanno la laurea più spesso che la licenza elementare. E il 48% ha più fiducia nel Partito democratico di Walter Veltroni che nel Popolo della libertà di Silvio Berlusconi (23 per cento).
Lo rileva un sondaggio Ipsos per il Sole 24 Ore, sfatando alcuni luoghi comuni sull'”elettore indeciso”, mitica preda contesa fra le forze politiche a colpi di esche programmatiche sempre più mirate man mano che il voto si avvicina. L’indecisione – se si considera la quota di indecisi che probabilmente voterà, cioè quella realmente contendibile sul mercato politico – appare meno collegata ai tradizionali profili culturali e socio-economici più modesti e più legata all’onda lunga della consapevole disaffezione per la politica. Il cliché del pensionato incerto resiste a malapena anche se negli indecisi si include l’astensione, mentre i disoccupati si scoprono fra le categorie più decise.
Una riflessione a parte merita qui la “questione settentrionale”, che vede affiorare ancora una volta i due Nord: se il Nord-Ovest è infatti di un punto sopra la media nazionale dell’astensione, il Triveneto batte tutti i record di partecipazione (il 78,5% ha scelto per chi votare contro il 70,4 dell’elettorato complessivo), confermando la sua sete di rappresentanza politica.
Quanto ai dilemmi dell’elettorato cattolico, leggermente sopra la media risultano l’indecisione e l’astensione tra i “praticanti assidui”, in linea con la media i praticanti saltuari.
Certo, probabilmente il calcio “tira” di più, ma non è vero che gli italiani siano allergici alla politica, che interessa il 55% degli intervistati. Bersaglio prediletto dell’antipolitica restano casomai i partiti, accusati da un plebiscitario 93% di «non occuparsi dei problemi concreti dei cittadini». Che sono, nell’ordine, l’inflazione (49%), la precarietà del lavoro (22%), la sicurezza e lo stato dell’economia (a pari merito con il 12%), i problemi energetici. Rispetto ai probabili astenuti, gli indecisi probabili votanti sono più intressati all’inflazione e meno alla sicurezza. Pur di pagare meno tasse il 44% è disposto a rinunciare ad alcuni servizi, mentre il 35% la pensa al contrario. Una robusta maggioranza del 55% ritiene che occorra “ridurre il numero degli immigrati in arrivo” e che non basti “rendere più difficili nuovi ingressi”.
Queste posizioni vicine a quelle del centro-destra sul bilancio pubblico e l’immigrazione non impediscono agli indecisi-votanti, se dovessero scegliere ora fra i leader politici, di collocare sul podio Walter Veltroni (30%), al secondo posto Silvio Berlusconi (18%) e al terzo Pier Ferdinando Casini (13%). Seguono Fausto Bertinotti, Daniela Santanchè ed Enrico Boselli. Più alti i voti potenziali, espressi separatamente dagli intervistati: il 50% “potrebbe” votare Veltroni, il 35% Berlusconi, il 32 Casini, il 22% Bertinotti, l’11 la Santanché, l’8% Boselli. Una preferenza confermata dalla fiducia agli schieramenti, comprensivi dei rispettivi alleati: Di Pietro per il Pd e la Lega Nord per il Pdl. Ma attenzione, concordano i sondaggisti Ipsos, sarebbe un errore dedurre da queste cifre che gli indecisi, tradizionalmente invocati e temuti come ago della bilancia, la facciano pendere “a sinistra”. È più realistico che quest’anno ci sia maggiore indecisione nelle file degli elettori di centro-sinistra, delusi dalla precedente prova della maggioranza. Non a caso la domanda sull’operato del Governo Prodi raccoglie, sia tra gli indecisi orientati a votare che tra quelli orientati all’astensione, un 61% di giudizi negativi. Specularmente nel 2006, del resto, ha pesato sul centro-destra la delusione di alcuni elettori verso la performance del governo Berlusconi.
Il partito degli indecisi
L’indagine è stata realizzata da Ipsos PA per Il Sole 24 Ore presso un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza.
Sono state effettuate 500 interviste telefoniche mediante sistema CATI (su 3.176 contatti) ad elettori indecisi sul proprio comportamento di voto. Data di realizzazione delle interviste 21 -25 marzo 2008. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazione, al sito www.sondaggipoliticoelettorali.it.
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Il Pd può vincere solo se conquista sei indecisi su 10
di Roberto D’Alimonte – ilsole24ore
Molti pensano che gli elettori indecisi possano decidere l’esito di queste elezioni. È naturale che questa tesi piaccia alla coalizione che sostiene Veltroni visto che tutti i sondaggi la danno al momento come perdente, quanto meno alla Camera. Ma quanto è attendibile una ipotesi del genere? Spesso viene citato il precedente delle elezioni del 2006 per sostenerne la fondatezza. Allora, come è noto, ci fu un cambiamento significativo delle intenzioni di voto nelle ultime settimane della campagna elettorale e questo portò i due schieramenti quasi alla pari. Potrebbe succedere oggi?
I dati del sondaggio Ipsos sugli indecisi consentono di tentare una risposta seppur approssimativa. Sulla base di questa rilevazione il totale degli elettori che non ha espresso una intenzione di voto ammonta a circa il 30% dell’elettorato. Tra questi la Ipsos distingue due categorie, gli indecisi orientati ad astenersi, che chiameremo gli indecisi-astensionisti, e quelli invece che probabilmente andranno a votare, che chiameremo gli indecisi-votanti. I primi ammontano al 20% del totale degli elettori, i secondi a circa il 10 per cento. Stando a questi dati l’esito delle elezioni del 13-14 Aprile dipende dalle decisioni di questo 10% dell’elettorato. Si tratta all’incirca di 3.800.000 persone, considerando che i voti validi nel 2006 in Italia furono circa 38 milioni. Il sondaggio Ipsos dice che tra questi il 50% potrebbe votare per Veltroni. Bastano per ribaltare i pronostici che lo danno per sconfitto?
Per rispondere con un minimo di attendibilità bisogna fare un po’ di calcoli. I sondaggi danno per vincente la coalizione di Berlusconi con un distacco medio di circa 7 punti percentuali. È quello che risulta dalla media dei sondaggi dell’ultimo mese. Con questo dato si sono ricavate le percentuali delle intenzioni di voto a Pdl/Lega/Mpa, Pd/Idv e “altri” indicate nella seconda colonna della tabella in pagina. Queste percentuali sono calcolate sul numero di coloro che hanno dichiarato di aver deciso di votare per una delle liste in campo e quindi non comprendono gli indecisi di varia estrazione. Secondo il sondaggio Ipsos, questi sono il 30% ma solo il 20% probabilmente non andrà a votare. Le due serie di dati sono ottenute da rilevazioni diverse e questo è un limite. Ma sono dati plausibili visto che alle politiche del 2006 hanno votato circa l’83% degli aventi diritto e che alle prossime elezioni questa percentuale dovrebbe essere più bassa di un paio di punti. Assumendo quindi che il totale dei voti validi stia intorno all’80% e che gli indecisi-votanti secondo la Ipsos sono il 10%, si sono ricalcolati le intenzioni di voto alle liste in modo da avere percentuali sui voti validi che comprendono gli indecisi-votanti. Questi dati appaiono nell’ultima colonna.
Lo scopo di questo esercizio laborioso è indicato nelle ultime due righe della tabella. Per avere la certezza di vincere le prossime elezioni Veltroni dovrebbe conquistare circa il 73 % degli indecisi-votanti (cioè 9,5 su 13). In questo modo annullerebbe lo svantaggio che i sondaggi gli danno rispetto alla coalizione di Berlusconi. Ma questa è l’ipotesi più pessimistica per Veltroni. Infatti se si assume, come è ragionevole fare, che una parte degli indecisi-votanti esprima un voto a favore delle altre liste e non solo delle due coalizioni maggiori, come risulta anche da questo sondaggio, l’asticella per Veltroni si abbassa. In base a una stima più realistica il leader del Pd per vincere dovrebbe ottenere poco più del 60% dei voti degli indecisi-votanti. Si può fare? È una sfida molto difficile ma non impossibile in cui il voto utile giocherà la sua parte.
nota sull’articolo della redazione di manuelaghizzoni.it