Pubblichiamo l’intervento del segretario del Pd di Campogalliano.
Benvenuti a questa iniziativa intitolata “il programma del PD punto per punto”. Insieme a Stefano Vaccari e a Manuela Ghizzoni, rispettivamente candidato al Senato e candidata alla Camera nelle liste del PD dell’Emilia Romagna, analizzeremo il programma elettorale del Partito Democratico.
La nostra campagna elettorale è iniziata ufficialmente il 1° marzo con l’inaugurazione della nuova sede in Piazza Castello insieme a Piero Fassino e a centinaia di Campogallianesi. La nostra è stata la prima nuova sede del Partito Democratico inaugurata in provincia; questo dato, insieme a quello relativo al tesseramento, che in 3 mesi ha praticamente raggiunto la somma degli iscritti di DS e Margherita, sono la testimonianza di un partito che nella nostra città è dinamico e vitale.
Quella di stasera è la prima iniziativa politica della nostra campagna elettorale cittadina. Prima di lasciare la parola a Stefano e Manuela vorrei fare alcune considerazioni. La prima riguarda le candidature del Partito Democratico di Modena. Perché ci raccontano di un partito davvero nuovo, che fa dell’innovazione la propria cifra culturale e identitaria: immettere innovazione innanzitutto in se stessi per poi essere in grado di trasmetterla al paese.
Quando un partito è forte e sano, e la nostra federazione provinciale lo è, allora riesce anche a compiere scelte importanti, trova mediazioni al rialzo. E questo lo vediamo nelle candidature espressione del PD modenese.
Innanzitutto, siamo l’unica federazione provinciale emiliano romagnola che avrà un eletto sicuro in più, passando da 3 a 4.
Poi, 8 candidati: 4 uomini e 4 donne. Abbiamo centrato l’importante obiettivo di arrivare subito ad un 50% di quota di genere.
Rinnovamento: per i 4 parlamentari uscenti si trattava della prima esperienza politica; in più, possiamo vantare con Stefano Vaccari e Leonardo Pastore rispettivamente il candidato più giovane della lista regionale al Senato e il più giovane della lista alla Camera.
Va poi ricordato che i candidati sono stati scelti attraverso una larga consultazione. Il 24 febbraio scorso, a Campogalliano 70 persone hanno partecipato alla Assemblea di Circolo, proponendo le candidature Modenesi. Si è trattato di un metodo per restituire democraticità ad una scelta, che altrimenti sarebbe ricaduto interamente sulla segreteria di partito, per effetto dell’obbrobriosa legge elettorale voluta dalla destra. Oggi sono in molti a contestare quella legge, e alla lunga lista è aggiunta la CEI, Storace. A questo coro di critiche si aggiunge, curiosamente, Isabella Bertolini del Popolo delle Libertà che in un articolo apparso oggi su L’Informazione dichiara:”Prendo atto che nella composizione delle liste, frutto delle scelte delle segreterie di partito non si sia tenuto conto dei meriti e del lavoro svolto”. La Bertolini, criticando la scelta dei candidati, si lamenta del fatto che pochi modenesi saranno eletti in parlamento sotto le insegne del Pdl. Non si preoccupi, a mandare in parlamento i modenesi ci pensiamo noi!
Da due settimane ormai abbiamo messo in campo una campagna elettorale che ci garantisce una presenza costante e visibile sul territorio campogallianese. Gli obiettivi sono semplici: convincere gli indecisi, ma anche chi alle scorse elezioni politiche ha dato il suo voto all’Ulivo ed ora è deluso e medita di astenersi. Indecisi e delusi non sono due invenzioni giornalistiche; stando tra i cittadini, parlando con loro, ci si rende conto che si tratta di orientamenti veri e noi dobbiamo essere in grado di convincerli che il PD può offrire le risposte giuste ai problemi del paese.
Come fare? Allestendo banchetti, facendo volantinaggio, organizzando iniziative, mandando lettere a casa di tutti, incontrando la società civile, facendo il porta a porta, parlando a tutti del Programma del Partito Democratico e della sua forza, che non sta solo nelle proposte che vi sono contenute. Dobbiamo spiegare che con la nostra vittoria il programma verrà applicato nella sua interezza, senza quelle mediazioni quei litigi e quelle contrapposizioni intestine che hanno compromesso l’esperienza politica dell’Unione.
Non a caso allora la prima iniziativa della nostra campagna elettorale abbiamo scelto di farla sul programma del PD, dandole un taglio quasi “didattico” prima ancora che propagandistico, spiegando in cosa consiste questo programma e quale idea di paese si trova al suo interno. Un momento di formazione che sarà prezioso per tutti noi, che a partire da domani potremo servircene nel confronto con i cittadini.
Prima di lasciare la parola a Stefano e Manuela, vorrei ancora fare alcune ulteriori considerazioni.
In tutti gli incontri precedenti ho fatto riferimento al grande entusiasmo che sta caratterizzando la campagna elettorale del PD. Veltroni ha recentemente scollinato oltre la metà del suo tour nelle province italiane. La settimana scorsa è stata la volta del Nordest, parte del paese tradizionalmente orientata a destra, roccaforte della Lega Nord, con la quale per anni ci sono state incomprensioni. Il passaggio di Veltroni sembra aver incrinato questa impostazione: piazze piene come non si vedevano da anni da quelle parti. Un nuovo feeling? Forse è presto per poterlo dire, ancora non sappiamo, perché i sondaggi non lo registrano, qual è “l’effetto pullman”; cioè come influirà sul voto degli italiani la strategia di Veltroni. Anche se personalmente sono convinto che sarà uno straordinario valore aggiunto. In ogni caso, possiamo dire che “la parte più dinamica del paese” questa volta può trovare risposte, in una sorta di affinità elettiva, dal partito politico più dinamico del paese. Se si innesca questo meccanismo, allora tutto si rimette in gioco.
D’altra parte, anche gli ultimi sondaggi ci dicono che le distanze tra PD e PDL si stanno progressivamente accorciando, soprattutto al Senato, sia per effetto di una maggiore polarizzazione verso i due grandi partiti, sia per l’orientamento di voto dei venticinquenni, molto più nettamente orientati verso il PD rispetto ai ragazzi al primo voto.
Rimango convinto che la partita sia ancora apertissima. E nel caso i risultati dessero un risultato come quello delle politiche del 2006, ma a parti invertite. In quel caso sarebbe chiaro chi è il vincitore morale delle elezioni.
Per quel che riguarda i nostri competitori, come previsto Berlusconi è tornato quello di sempre, quello che è. Siamo entrati in quella che Giuseppe Cruciani di Radio 24 ha definito “la strategia del cazzeggio”. Trucco pesante e battute scadenti, citando la vignetta di Ellekappa apparsa la scorsa settimana su La Repubblica. Le uscite di Ciarrapico e la sparata sui precari sono emblematiche.
Ma anche la coalizione che sostiene Berlusconi non sta dando grande prova di se. Già divisi su questioni importantissime come la politica estera, le pensioni, la gestione dell’affare Alitalia. Tremonti che da iperliberista diventa una sorta di no-global, parlando di dazi e protezionismo, mentre lo stesso Berlusconi dichiara che per curare il paese adotterà una “ricetta liberale”. Le due cose insieme non ci stanno.
Io non li vedo questi personaggi a dare quelle risposte di cui il paese ha bisogno. Noi invece possiamo farlo. Facendo leva sulle forze pulsanti della società italiana: i giovani e le donne. Sostenendo chi lavora e chi fa impresa. Riducendo e ottimizzando una spesa pubblica oggi fuori controllo, nella quale si annidano corporativismi, privilegi e inefficienze. Tagliando i costi della politica, come oggi ha proposto Veltroni.
E molte altre cose che ora Stefano e Manuela ci spiegheranno. Grazie.