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"Milano, la scuola pubblica affitta le aule", di Luca De Vito

Insorgono i genitori: i nostri figli nel sottoscala per far spazio a un istituto privato. La decisione del Comune sulla media Gramsci: “Così incasseremo 30 mila euro”. Metà scuola data in affitto a una privata. Succede alla media pubblica Gramsci di Milano, dove il Comune ha deciso di affittare un intero piano dell´istituto alla scuola steineriana Cometa relegando i ragazzi delle medie al piano terra. Dove adesso ci sono quattro classi, la biblioteca, due aule informatiche (una con la lim, la lavagna elettronica) le aule di scienze, storia e geografia, arte, musica, tecnica e due aulette studio, dal prossimo anno ci saranno le classi per i bambini che pagano una retta di 4mila euro l´anno all´associazione Cometa. Alla Gramsci rimarrà un piano. Qui, al posto di due aule verranno realizzati tre laboratori, da altre due aule verrà realizzata un´unica sala mensa per sei classi, la segreteria diventerà aula professori e la presidenza si trasformerà in laboratorio. La steineriana pagherà al Comune un affitto di 30mila euro all´anno più altri 30mila per le spese di riscaldamento.
La mossa dell´assessorato alle Politiche sociali arriva in un momento critico per la scuole pubbliche della città – molte delle quali attendono da anni aiuti economici e ristrutturazioni – ed è stata vista da i genitori come penalizzante e troppo sbilanciata a favore della Cometa. «Ci hanno messi nel sottoscala – protesta Domenico Scaiano, papà e presidente del consiglio d´istituto della scuola – quello che è successo è inspiegabile, non si può danneggiare una scuola pubblica in questo modo, per di più favorendo una privata». Un´agevolazione che, secondo i genitori, è evidente anche per la sproporzione di quanto assegnato. «La Cometa aveva chiesto nove locali – spiega Luca Benedetti, papà di un ragazzo delle Gramsci – mentre con questa riorganizzazione avranno a disposizione 20 stanze».
Il provveditore agli studi di Milano Giuseppe Petralia si è chiamato fuori dalla vicenda spiegando che dal punto di vista amministrativo la cosa compete al Comune, «basta che in quei locali non vengano fatte cose strane e lesive per la didattica e i bambini della pubblica». Chi difende la scelta è invece l´assessore Mariolina Moioli. «Anche i bambini della privata sono milanesi e abbiamo fornito loro un servizio. I locali concessi erano spazi inutilizzati». «È un´ingiustizia togliere spazi ai ragazzi di una scuola pubblica a favore di una privata» accusa il consigliere comunale pd David Gentili.
L´assessore Moioli non risparmia una frecciata a mamme e papà. «Sono aizzati a protestare da quattro insegnanti». Le dichiarazioni dell´assessore fanno però infuriare ancora di più i genitori. «Non sono quattro insegnanti sparuti – ha detto Scaiano – in un documento sottoscritto da tutti i docenti della scuola si manifestava la forte preoccupazione per la decisione presa dal Comune. Le istituzioni adesso devono fare un passo indietro e mettersi a un tavolo insieme a noi per trovare una soluzione condivisa».

La Repubblica 03.04.11

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